ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale266

 Acta Benedicti Pp. XVI 267

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale268

 Acta Benedicti Pp. XVI 269

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale270

 Acta Benedicti Pp. XVI 271

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale272

 Acta Benedicti Pp. XVI 273

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale274

 Acta Benedicti Pp. XVI 275

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale276

 Acta Benedicti Pp. XVI 277

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale278

 Acta Benedicti Pp. XVI 279

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 Acta Benedicti Pp. XVI 281

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 Acta Benedicti Pp. XVI 299

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 Acta Benedicti Pp. XVI 301

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 Acta Benedicti Pp. XVI 337

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale338

 Acta Benedicti Pp. XVI 339

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 Acta Benedicti Pp. XVI 341

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale342

 Acta Benedicti Pp. XVI 343

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale344

 Acta Benedicti Pp. XVI 345

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale346

 Acta Benedicti Pp. XVI 347

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale348

 Acta Benedicti Pp. XVI 349

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale350

 Acta Benedicti Pp. XVI 351

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale352

 Acta Benedicti Pp. XVI 353

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale354

 Acta Benedicti Pp. XVI 355

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale356

 Congregatio pro Episcopis 357

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale358

 Diarium Romanae Curiae 359

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale360

Acta Benedicti Pp. XVI 281

Esiste ugualmente una stretta relazione tra lo sviluppo e la pace, in un

duplice senso. Possono infatti esservi guerre scatenate da gravi violazioni dei

diritti umani, dall'ingiustizia e dalla miseria, ma non bisogna trascurare il

rischio di vere e proprie « guerre del benessere », cioè causate dalla volontà di

espandere o conservare il dominio economico a scapito di altri. Il semplice

benessere materiale, senza un coerente sviluppo morale e spirituale, può ac-

cecare talmente l'uomo da spingerlo a uccidere il proprio fratello.9 Oggi, in

maniera ancora più urgente che in passato, è necessaria una decisa opzione

della comunità internazionale a favore della pace. Sul piano economico, biso-

gna adoperarsi affinché l'economia venga orientata al servizio della persona

umana, alla solidarietà e non solo al profitto. Sul piano giuridico, gli Stati

sono chiamati a rinnovare il proprio impegno, in particolare per il rispetto dei

trattati internazionali vigenti sul disarmo e il controllo di tutti i tipi di armi,

come pure per la ratifica e la conseguente entrata in vigore degli strumenti

già adottati, come il Trattato sul divieto generale dei test nucleari, e per il

successo dei negoziati attualmente in corso, come quelli sul divieto delle

munizioni a grappolo, sul commercio di armi convenzionali o sul materiale

fissile. È infine richiesto ogni sforzo contro la proliferazione delle armi leggere

e di piccolo calibro, che alimentano le guerre locali e la violenza urbana, e

uccidono troppe persone ogni giorno in tutto il mondo.

Tuttavia, sarà difficile trovare una soluzione alle diverse questioni di

natura tecnica senza una conversione dell'uomo al bene sul piano culturale,

morale e spirituale. Ogni uomo, in qualsiasi condizione, è chiamato a conver-

tirsi al bene e a ricercare la pace, nel proprio cuore, con il prossimo, nel

mondo. In questo senso resta sempre valido il magistero del beato Papa

Giovanni XXIII, che ha indicato con chiarezza l'obiettivo di un disarmo

integrale affermando: « L'arresto agli armamenti a scopi bellici, la loro effet-

tiva riduzione, e, a maggior ragione, la loro eliminazione sono impossibili o

quasi, se nello stesso tempo non si procedesse ad un disarmo integrale; se cioè

non si smontano anche gli spiriti, adoprandosi sinceramente a dissolvere, in

essi, la psicosi bellica ».10 Al tempo stesso, non bisogna trascurare l'effetto che

gli armamenti producono sullo stato d'animo e sul comportamento dell'uo-

mo. Le armi infatti tendono ad alimentare a loro volta la violenza. Questo

9 Cfr Gc 4,1ss. 10 Lett. enc. Pacem in terris, 61.