ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale266

 Acta Benedicti Pp. XVI 267

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale268

 Acta Benedicti Pp. XVI 269

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale270

 Acta Benedicti Pp. XVI 271

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale272

 Acta Benedicti Pp. XVI 273

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 Acta Benedicti Pp. XVI 301

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 Acta Benedicti Pp. XVI 337

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale338

 Acta Benedicti Pp. XVI 339

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 Acta Benedicti Pp. XVI 341

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale342

 Acta Benedicti Pp. XVI 343

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale344

 Acta Benedicti Pp. XVI 345

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale346

 Acta Benedicti Pp. XVI 347

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale348

 Acta Benedicti Pp. XVI 349

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 Acta Benedicti Pp. XVI 351

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale352

 Acta Benedicti Pp. XVI 353

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale354

 Acta Benedicti Pp. XVI 355

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale356

 Congregatio pro Episcopis 357

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale358

 Diarium Romanae Curiae 359

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale360

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale282

aspetto è stato colto in maniera assai acuta da Paolo VI nel Discorso all'As-

semblea Generale delle Nazioni Unite del 1965. In quella sede, dove anch'io mi

accingo a recarmi nei prossimi giorni, egli affermò: « Le armi, quelle terribili,

specialmente, che la scienza moderna vi ha date, ancor prima che produrre

vittime e rovine, generano cattivi sogni, alimentano sentimenti cattivi, crea-

no incubi, diffidenze e propositi tristi, esigono enormi spese, arrestano pro-

getti di solidarietà e di utile lavoro, falsano la psicologia dei Popoli ».11

Come più volte è stato ribadito dai miei Predecessori, la pace è un dono di

Dio, dono prezioso che va cercato e custodito anche con mezzi umani. Occorre

pertanto l'apporto di tutti e si rende sempre più necessaria una corale diffu-

sione della cultura della pace e una condivisa educazione alla pace, soprattutto

delle nuove generazioni, verso le quali quelle adulte hanno gravi responsabi-

lità. Sottolineare il dovere di ogni uomo di costruire la pace, non significa

peraltro trascurare l'esistenza di un vero e proprio diritto umano alla pace.

Diritto fondamentale e inalienabile, dal quale anzi dipende l'esercizio di tutti

gli altri diritti: « È cosı̀ grande il bene della pace - scriveva sant'Agostino -

che, anche negli eventi posti nel divenire di questo mondo, abitualmente

nulla si ode di più gradito, nulla si desidera di più attraente, infine nulla si

consegue di più bello ».12

Signor Cardinale e partecipanti tutti al Seminario, volgendo lo sguardo

alle concrete situazioni in cui vive oggi l'umanità si potrebbe essere presi da

un giustificato sconforto e da rassegnazione: nelle relazioni internazionali

sembrano talvolta prevalere la diffidenza e la solitudine; i popoli si sentono

divisi e gli uni contro gli altri. Una guerra totale, da terribile profezia, rischia

di trasformarsi in tragica realtà. La guerra però non è mai inevitabile e la

pace è sempre possibile. Anzi doverosa! È giunto allora il momento di cam-

biare il corso della storia, di recuperare la fiducia, di coltivare il dialogo, di

alimentare la solidarietà. Questi sono i nobili obiettivi che hanno ispirato i

fondatori dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, vera e propria esperienza

di amicizia tra i popoli. Dall'impegno di tutti dipende il futuro dell'umanità.

Solo perseguendo un umanesimo integrale e solidale, nel cui contesto anche la

questione del disarmo assume una natura etica e spirituale, l'umanità potrà

camminare verso l'auspicata pace autentica e duratura. Cammino, questo,

11 N. 5. 12 La Città di Dio, XIX, 11.