ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Obschon diese Herausforderungen von allen Mitgliedern der internatio-

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 Acta Benedicti Pp. XVI 365

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 Congregatio de Causis Sanctorum 369

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 Congregatio de Causis Sanctorum 371

 Sequenti mense Iulio relinquere potuit valetudinarium et in sedem novitiatus

 NEAPOLITANA

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 Congregatio de Causis Sanctorum 377

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale378

 Congregatio de Causis Sanctorum 379

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 Congregatio de Causis Sanctorum 381

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale382

 Congregatio de Causis Sanctorum 383

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale384

 Congregatio de Causis Sanctorum 385

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale386

 Congregatio de Causis Sanctorum 387

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale388

 Congregatio de Causis Sanctorum 389

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 Congregatio de Causis Sanctorum 391

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale392

 Congregatio pro Episcopis 393

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale394

 Congregatio pro Episcopis 395

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale396

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale398

 Diarium Romanae Curiae 399

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Acta Benedicti Pp. XVI 327

HOMILIAE

I

In Vigilia paschali.*

Cari fratelli e sorelle,

Dai tempi più antichi la liturgia del giorno di Pasqua comincia con le

parole: Resurrexi et adhuc tecum sum - sono risorto e sono sempre con te;

tu hai posto su di me la tua mano. La liturgia vi vede la prima parola del

Figlio rivolta al Padre dopo la risurrezione, dopo il ritorno dalla notte della

morte nel mondo dei viventi. La mano del Padre lo ha sorretto anche in

questa notte, e cosı̀ Egli ha potuto rialzarsi, risorgere.

La parola è tratta dal Salmo 138 e lı̀ ha inizialmente un significato diver-

so. Questo Salmo è un canto di meraviglia per l'onnipotenza e l'onnipresenza

di Dio, un canto di fiducia in quel Dio che non ci lascia mai cadere dalle sue

mani. E le sue mani sono mani buone. L'orante immagina un viaggio attra-

verso tutte le dimensioni dell'universo - che cosa gli accadrà? « Se salgo in

cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell'aurora per

abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la

tua destra. Se dico: ''Almeno l'oscurità mi copra...'', nemmeno le tenebre per

te sono oscure ... per te le tenebre sono come luce ».1

Nel giorno di Pasqua la Chiesa ci dice: Gesù Cristo ha compiuto per noi

questo viaggio attraverso le dimensioni dell'universo. Nella Lettera agli Efe-

sini leggiamo che Egli è disceso nelle regioni più basse della terra e che Colui

che è disceso è il medesimo che è anche asceso al di sopra di tutti i cieli per

riempire l'universo.2 Cosı̀ la visione del Salmo è diventata realtà. Nell'oscu-

rità impenetrabile della morte Egli è entrato come luce - la notte divenne

luminosa come il giorno, e le tenebre divennero luce. Perciò la Chiesa giusta-

mente può considerare la parola di ringraziamento e di fiducia come parola

del Risorto rivolta al Padre: « Sı̀, ho fatto il viaggio fin nelle profondità

estreme della terra, nell'abisso della morte e ho portato la luce; e ora sono

risorto e sono per sempre afferrato dalle tue mani ». Ma questa parola del

* Die 7 Aprilis 2007. 1 Sal 138 [139], 8-12. 2 Cfr 4, 9s.