ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 315

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 Acta Benedicti Pp. XVI 317

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale348

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 Obschon diese Herausforderungen von allen Mitgliedern der internatio-

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 Congregatio de Causis Sanctorum 367

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 Congregatio de Causis Sanctorum 369

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 Congregatio de Causis Sanctorum 371

 Sequenti mense Iulio relinquere potuit valetudinarium et in sedem novitiatus

 NEAPOLITANA

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 Congregatio de Causis Sanctorum 375

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 Congregatio de Causis Sanctorum 377

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale378

 Congregatio de Causis Sanctorum 379

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 Congregatio de Causis Sanctorum 381

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 Congregatio de Causis Sanctorum 383

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 Congregatio de Causis Sanctorum 385

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale386

 Congregatio de Causis Sanctorum 387

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale388

 Congregatio de Causis Sanctorum 389

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 Congregatio de Causis Sanctorum 391

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale392

 Congregatio pro Episcopis 393

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale394

 Congregatio pro Episcopis 395

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale396

 Diarium Romanae Curiae 397

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale398

 Diarium Romanae Curiae 399

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Quante ferite, quanto dolore nel mondo! Non mancano calamità naturali e

tragedie umane che provocano innumerevoli vittime e ingenti danni mate-

riali. Penso a quanto è avvenuto di recente in Madagascar, nelle Isole Salo-

mone, in America Latina e in altre Regioni del mondo. Penso al flagello della

fame, alle malattie incurabili, al terrorismo e ai sequestri di persona, ai mille

volti della violenza - talora giustificata in nome della religione - al disprez-

zo della vita e alla violazione dei diritti umani, allo sfruttamento della per-

sona. Guardo con apprensione alla condizione in cui si trovano non poche

regioni dell'Africa: nel Darfur e nei Paesi vicini permane una catastrofica e

purtroppo sottovalutata situazione umanitaria; a Kinshasa, nella Repubblica

Democratica del Congo, gli scontri e i saccheggi delle scorse settimane fanno

temere per il futuro del processo democratico congolese e per la ricostruzione

del Paese; in Somalia la ripresa dei combattimenti allontana la prospettiva

della pace e appesantisce la crisi regionale, specialmente per quanto riguarda

gli spostamenti della popolazione e il traffico di armi; una grave crisi attana-

glia lo Zimbabwe, per la quale i Vescovi del Paese, in un loro recente docu-

mento, hanno indicato come unica via di superamento la preghiera e l'impe-

gno condiviso per il bene comune.

Di riconciliazione e di pace ha bisogno la popolazione di Timor Est, che si

appresta a vivere importanti scadenze elettorali. Di pace hanno bisogno an-

che lo Sri Lanka, dove solo una soluzione negoziata porrà fine al dramma del

conflitto che lo insanguina, e l'Afghanistan, segnato da crescente inquietudi-

ne e instabilità. In Medio Oriente, accanto a segni di speranza nel dialogo fra

Israele e l'Autorità palestinese, nulla di positivo purtroppo viene dall'Iraq,

insanguinato da continue stragi, mentre fuggono le popolazioni civili; in Li-

bano lo stallo delle istituzioni politiche minaccia il ruolo che il Paese è chia-

mato a svolgere nell'area mediorientale e ne ipoteca gravemente il futuro.

Non posso infine dimenticare le difficoltà che le comunità cristiane affrontano

quotidianamente e l'esodo dei cristiani dalla Terra benedetta che è la culla

della nostra fede. A quelle popolazioni rinnovo con affetto l'espressione della

mia vicinanza spirituale.

Cari fratelli e sorelle, attraverso le piaghe di Cristo risorto possiamo

vedere questi mali che affliggono l'umanità con occhi di speranza. Risor-

gendo, infatti, il Signore non ha tolto la sofferenza e il male dal mondo, ma

li ha vinti alla radice con la sovrabbondanza della sua Grazia. Alla prepo-

tenza del Male ha opposto l'onnipotenza del suo Amore. Ci ha lasciato come

via alla pace e alla gioia l'Amore che non teme la morte. « Come io vi ho