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Acta Benedicti Pp. XVI 279
guerre, ed anche laddove non si vive la tragedia della guerra sono però diffusi
sentimenti di paura e di insicurezza. Inoltre, fenomeni come il terrorismo su
scala mondiale rendono labile il confine tra la pace e la guerra pregiudicando
seriamente la speranza del futuro dell'umanità.
Come rispondere a queste sfide? Come riconoscere i « segni dei tempi »?
Occorre certamente un'azione comune sul piano politico, economico e giuri-
dico, ma, prima ancora, è necessaria una condivisa riflessione sul piano mo-
rale e spirituale; appare sempre più urgente promuovere un « nuovo umane-
simo », che illumini l'uomo nella comprensione di se stesso e del senso del
proprio cammino nella storia. Quanto mai attuale risulta, al riguardo, l'inse-
gnamento del Servo di Dio Papa Paolo VI e la sua proposta di un umanesimo
integrale, volto, cioè, « alla promozione di ogni uomo e di tutto l'uomo ».1 Lo
sviluppo non può ridursi a semplice crescita economica: esso deve compren-
dere la dimensione morale e spirituale; un autentico umanesimo integrale non
può che essere al tempo stesso solidale e la solidarietà è una delle espressioni
più alte dello spirito umano, appartiene ai suoi doveri naturali 2 e vale per le
persone e per i popoli; 3 dalla sua attuazione dipendono il pieno sviluppo e la
pace. L'uomo, infatti, quando persegue il solo benessere materiale restando
chiuso nel proprio io, si preclude da se stesso la via verso la piena realizza-
zione e l'autentica felicità.
In questo vostro seminario voi riflettete su tre elementi tra loro interdi-
pendenti: il disarmo, lo sviluppo e la pace. Non è infatti concepibile una pace
autentica e duratura senza lo sviluppo di ogni persona e popolo: diceva Paolo VI
che « lo sviluppo è il nuovo nome della pace ».4 Né è pensabile una riduzione
degli armamenti, se prima non si elimina la violenza alla radice, se prima,
cioè, l'uomo non si orienta decisamente alla ricerca della pace, del buono e del
giusto. La guerra, come ogni forma di male, trova la sua origine nel cuore
dell'uomo.5 In questo senso, il disarmo non interessa solo gli armamenti degli
Stati, ma coinvolge ogni uomo, chiamato a disarmare il proprio cuore e ad
essere dappertutto operatore di pace.
1 Lett. enc. Populorum progressio, 14. 2 Cfr Gc 2,15-16. 3 Cost. past. Gaudium et spes, 86. 4 Ivi, 87. 5 Mt 15,19; Mc 7,20-23.