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aspetto è stato colto in maniera assai acuta da Paolo VI nel Discorso all'As-
semblea Generale delle Nazioni Unite del 1965. In quella sede, dove anch'io mi
accingo a recarmi nei prossimi giorni, egli affermò: « Le armi, quelle terribili,
specialmente, che la scienza moderna vi ha date, ancor prima che produrre
vittime e rovine, generano cattivi sogni, alimentano sentimenti cattivi, crea-
no incubi, diffidenze e propositi tristi, esigono enormi spese, arrestano pro-
getti di solidarietà e di utile lavoro, falsano la psicologia dei Popoli ».11
Come più volte è stato ribadito dai miei Predecessori, la pace è un dono di
Dio, dono prezioso che va cercato e custodito anche con mezzi umani. Occorre
pertanto l'apporto di tutti e si rende sempre più necessaria una corale diffu-
sione della cultura della pace e una condivisa educazione alla pace, soprattutto
delle nuove generazioni, verso le quali quelle adulte hanno gravi responsabi-
lità. Sottolineare il dovere di ogni uomo di costruire la pace, non significa
peraltro trascurare l'esistenza di un vero e proprio diritto umano alla pace.
Diritto fondamentale e inalienabile, dal quale anzi dipende l'esercizio di tutti
gli altri diritti: « È cosı̀ grande il bene della pace - scriveva sant'Agostino -
che, anche negli eventi posti nel divenire di questo mondo, abitualmente
nulla si ode di più gradito, nulla si desidera di più attraente, infine nulla si
consegue di più bello ».12
Signor Cardinale e partecipanti tutti al Seminario, volgendo lo sguardo
alle concrete situazioni in cui vive oggi l'umanità si potrebbe essere presi da
un giustificato sconforto e da rassegnazione: nelle relazioni internazionali
sembrano talvolta prevalere la diffidenza e la solitudine; i popoli si sentono
divisi e gli uni contro gli altri. Una guerra totale, da terribile profezia, rischia
di trasformarsi in tragica realtà. La guerra però non è mai inevitabile e la
pace è sempre possibile. Anzi doverosa! È giunto allora il momento di cam-
biare il corso della storia, di recuperare la fiducia, di coltivare il dialogo, di
alimentare la solidarietà. Questi sono i nobili obiettivi che hanno ispirato i
fondatori dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, vera e propria esperienza
di amicizia tra i popoli. Dall'impegno di tutti dipende il futuro dell'umanità.
Solo perseguendo un umanesimo integrale e solidale, nel cui contesto anche la
questione del disarmo assume una natura etica e spirituale, l'umanità potrà
camminare verso l'auspicata pace autentica e duratura. Cammino, questo,
11 N. 5. 12 La Città di Dio, XIX, 11.