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Obschon diese Herausforderungen von allen Mitgliedern der internatio-
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Sequenti mense Iulio relinquere potuit valetudinarium et in sedem novitiatus
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Acta Benedicti Pp. XVI 331
portare cosı̀ in questo nostro mondo qualcosa della luminosità e della bontà
di Dio.
Il Santo Padre Giovanni Paolo II volle che questa domenica fosse cele-
brata come la Festa della Divina Misericordia: nella parola «misericordia »,
egli trovava riassunto e nuovamente interpretato per il nostro tempo l'intero
mistero della Redenzione. Egli visse sotto due regimi dittatoriali e, nel con-
tatto con povertà, necessità e violenza, sperimentò profondamente la potenza
delle tenebre, da cui è insidiato il mondo anche in questo nostro tempo. Ma
sperimentò pure, e non meno fortemente, la presenza di Dio che si oppone a
tutte queste forze con il suo potere totalmente diverso e divino: con il potere
della misericordia. È la misericordia che pone un limite al male. In essa si
esprime la natura tutta peculiare di Dio - la sua santità, il potere della
verità e dell'amore. Due anni orsono, dopo i primi Vespri di questa Festività,
Giovanni Paolo II terminava la sua esistenza terrena. Morendo egli è entrato
nella luce della Divina Misericordia di cui, al di là della morte e a partire da
Dio, ora ci parla in modo nuovo. Abbiate fiducia - egli ci dice - nella
Divina Misericordia! Diventate giorno per giorno uomini e donne della mise-
ricordia di Dio! La misericordia è la veste di luce che il Signore ci ha donato
nel Battesimo. Non dobbiamo lasciare che questa luce si spenga; al contrario
essa deve crescere in noi ogni giorno e cosı̀ portare al mondo il lieto annuncio
di Dio.
Proprio in questi giorni particolarmente illuminati dalla luce della divina
misericordia, cade una coincidenza per me significativa: posso volgere indie-
tro lo sguardo su 80 anni di vita. Saluto quanti sono qui convenuti per
celebrare con me questa ricorrenza. Saluto innanzitutto i Signori Cardinali,
con un particolare pensiero di gratitudine al Decano del Collegio cardinalizio,
il Signor Cardinale Angelo Sodano, che s'è fatto autorevole interprete dei
comuni sentimenti. Saluto gli Arcivescovi e Vescovi, tra i quali gli Ausiliari
della Diocesi di Roma, della mia Diocesi; saluto i Prelati e gli altri membri del
Clero, i Religiosi e le Religiose e tutti i fedeli presenti. Un pensiero deferente e
grato rivolgo inoltre alle Personalità politiche e ai membri del Corpo Diplo-
matico, che hanno voluto onorarmi con la loro presenza. Saluto infine, con
fraterno affetto, l'inviato personale del Patriarca ecumenico Bartolomeo I,
Sua Eminenza Ioannis, Metropolita di Pergamo, esprimendo apprezzamento
per il gesto gentile e auspicando che il dialogo teologico cattolico-ortodosso
possa proseguire con lena rinnovata.