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società umana e pegno del Regno che viene. La missione della Chiesa è in
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è grande, chi è « primo » per Dio? Anzitutto lo sguardo va al comportamento
che corrono il rischio di assumere « coloro i quali sono considerati i governanti
delle nazioni »: « dominare ed opprimere ». Gesù indica ai discepoli un modo
completamente diverso: « Tra voi, però, non è cosı̀ ». La sua comunità segue
un'altra regola, un'altra logica, un altro modello: « Chi vuole diventare grande
tra di voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra di voi sarà
schiavo di tutti ». Il criterio della grandezza e del primato secondo Dio non è il
dominio, ma il servizio; la diaconia è la legge fondamentale del discepolo e
della comunità cristiana, e ci lascia intravedere qualcosa della « Signoria di
Dio ». E Gesù indica anche il punto di riferimento: il Figlio dell'uomo, che è
venuto per servire; sintetizza cioè la sua missione sotto la categoria del ser-
vizio, inteso non in senso generico, ma in quello concreto della Croce, del dono
totale della vita come « riscatto », come redenzione per molti, e lo indica come
condizione per la sequela. È un messaggio che vale per gli Apostoli, vale per
tutta la Chiesa, vale soprattutto per coloro che hanno compiti di guida nel
Popolo di Dio. Non è la logica del dominio, del potere secondo i criteri umani,
ma la logica del chinarsi per lavare i piedi, la logica del servizio, la logica della
Croce che è alla base di ogni esercizio dell'autorità. In ogni tempo la Chiesa è
impegnata a conformarsi a questa logica e a testimoniarla per far trasparire la
vera « Signoria di Dio », quella dell'amore.
Venerati Fratelli eletti alla dignità cardinalizia, la missione, a cui Dio vi
chiama quest'oggi e che vi abilita ad un servizio ecclesiale ancora più carico di
responsabilità, richiede una volontà sempre maggiore di assumere lo stile del
Figlio di Dio, che è venuto in mezzo a noi come colui che serve.6 Si tratta di
seguirlo nella sua donazione d'amore umile e totale alla Chiesa sua sposa,
sulla Croce: è su quel legno che il chicco di frumento, lasciato cadere dal
Padre sul campo del mondo, muore per diventare frutto maturo. Per questo
occorre un radicamento ancora più profondo e saldo in Cristo. Il rapporto
intimo con Lui, che trasforma sempre di più la vita in modo da poter dire con
san Paolo « non vivo più io, ma Cristo vive in me »,7 costituisce l'esigenza
primaria perché il nostro servizio sia sereno e gioioso e possa dare il frutto
che si attende da noi il Signore.
Cari fratelli e sorelle, che oggi fate corona ai nuovi Cardinali: pregate per
loro! Domani, in questa Basilica, durante la concelebrazione nella solennità di
Cristo Re dell'universo, consegnerò loro l'anello. Sarà un'ulteriore occasione
6 Cfr. Lc 22, 25-27. 7 Gal 2, 20.