ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 867

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 Acta Benedicti Pp. XVI 869

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 Acta Benedicti Pp. XVI 871

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale872

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale898

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 società umana e pegno del Regno che viene. La missione della Chiesa è in

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale904

 Acta Benedicti Pp. XVI 905

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 Acta Benedicti Pp. XVI 907

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale908

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 Acta Benedicti Pp. XVI 911

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 Acta Benedicti Pp. XVI 917

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 Diarium Romanae Curiae 933

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 Diarium Romanae Curiae 935

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 Diarium Romanae Curiae 937

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parla e con il quale siamo in relazione di amore. Cosı̀ la teologia deve essere

sempre nutrita dal dialogo con il Logos divino, Creatore e Redentore. Inoltre

nessuna teologia è tale se non è integrata nella vita e riflessione della Chiesa

attraverso il tempo e lo spazio. Sı̀, è vero che, per essere scientifica, la teologia

deve argomentare in modo razionale, ma anche deve essere fedele alla natura

della fede ecclesiale: centrata su Dio, radicata nella preghiera, in una comu-

nione con gli altri discepoli del Signore garantita dalla comunione con il

Successore di Pietro e tutto il Collegio episcopale.

Questa accoglienza e trasmissione del Logos ha anche come conseguenza

che la stessa razionalità della teologia aiuta a purificare la ragione umana

liberandola da certi pregiudizi ed idee che possono esercitare un forte influsso

sul pensiero di ogni epoca. Occorre d'altra parte rilevare che la teologia vive

sempre in continuità e in dialogo con i credenti e i teologi che sono venuti

prima di noi; poiché la comunione ecclesiale è diacronica, lo è anche la teo-

logia. Il teologo non incomincia mai da zero, ma considera come maestri i

Padri e i teologi di tutta la tradizione cristiana. Radicata nella Sacra Scrit-

tura, letta con i Padri e i Dottori, la teologia può essere scuola di santità,

come ci ha testimoniato il beato John Henry Newman. Far scoprire il valore

permanente della ricchezza trasmessa dal passato non è un contributo da

poco della teologia al concerto delle scienze.

Cristo è morto per tutti, benché non tutti lo sappiano o lo accettino.

Avendo ricevuto l'amore di Dio, come potremmo non amare quelli per i quali

Cristo ha dato la propria vita? «Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche

noi dobbiamo dare la vita per i fratelli ».5 Tutto questo ci porta al servizio

degli altri nel nome di Cristo; in altre parole, l'impegno sociale dei cristiani

deriva necessariamente dalla manifestazione dell'amore divino. Contempla-

zione di Dio rivelato e carità per il prossimo non si possono separare, anche se

si vivono secondo diversi carismi. In un mondo che spesso apprezza molti

doni del Cristianesimo - come per esempio l'idea di uguaglianza democratica

- senza capire la radice dei propri ideali, è particolarmente importante

mostrare che i frutti muoiono se viene tagliata la radice dell'albero. Infatti

non c'è giustizia senza verità, e la giustizia non si sviluppa pienamente se il

suo orizzonte è limitato al mondo materiale. Per noi cristiani la solidarietà

sociale ha sempre una prospettiva di eternità.

5 1 Gv 3, 16.