ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale866

 Acta Benedicti Pp. XVI 867

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale868

 Acta Benedicti Pp. XVI 869

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale870

 Acta Benedicti Pp. XVI 871

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale872

 Acta Benedicti Pp. XVI 873

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 Acta Benedicti Pp. XVI 893

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 Acta Benedicti Pp. XVI 897

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale898

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 società umana e pegno del Regno che viene. La missione della Chiesa è in

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale904

 Acta Benedicti Pp. XVI 905

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 Acta Benedicti Pp. XVI 907

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale908

 Acta Benedicti Pp. XVI 909

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 Acta Benedicti Pp. XVI 911

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale912

 Acta Benedicti Pp. XVI 913

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 Acta Benedicti Pp. XVI 915

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale916

 Acta Benedicti Pp. XVI 917

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale918

 Acta Benedicti Pp. XVI 919

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale922

 Acta Benedicti Pp. XVI 923

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 Diarium Romanae Curiae 931

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 Diarium Romanae Curiae 933

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 Diarium Romanae Curiae 935

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 Diarium Romanae Curiae 937

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 Diarium Romanae Curiae 939

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Acta Benedicti Pp. XVI 889

il necessario « esodo » da una mentalità mondana alla mentalità di Dio. In

questo caso sono i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, che chiedono a

Gesù di sedere ai primi posti accanto a lui nella « gloria », manifestando attese

e progetti di grandezza, di autorità, di onore secondo il mondo. Gesù, che

conosce il cuore dell'uomo, non rimane turbato per questa richiesta, ma ne

mette subito in luce la portata profonda: « voi non sapete quello che chiede-

te »; poi guida i due fratelli a comprendere che cosa comporta mettersi alla sua

sequela.

Qual è allora la via che deve percorrere chi vuole essere discepolo? È la via

del Maestro, è la via della totale obbedienza a Dio. Per questo Gesù chiede a

Giacomo e a Giovanni: siete disposti a condividere la mia scelta di compiere

fino in fondo la volontà del Padre? Siete disposti a percorrere questa strada

che passa per l'umiliazione, la sofferenza e la morte per amore? I due disce-

poli, con la loro risposta sicura, « lo possiamo », mostrano, ancora una volta, di

non aver capito il senso reale di ciò che prospetta loro il Maestro. E di nuovo

Gesù, con pazienza, fa compiere loro un passo ulteriore: neppure sperimentare

il calice della sofferenza e il battesimo della morte dà diritto ai primi posti,

perché ciò è « per coloro per i quali è stato preparato », è nelle mani del Padre

Celeste; l'uomo non deve calcolare, deve semplicemente abbandonarsi a Dio,

senza pretese, conformandosi alla sua volontà.

L'indignazione degli altri discepoli diventa occasione per estendere l'inse-

gnamento all'intera comunità. Anzitutto Gesù « li chiamò a sé »: è il gesto

della vocazione originaria, alla quale li invita a ritornare. È molto significa-

tivo questo riferirsi al momento costitutivo della vocazione dei Dodici, allo

« stare con Gesù » per essere inviati, perché ricorda con chiarezza che ogni

ministero ecclesiale è sempre risposta ad una chiamata di Dio, non è mai

frutto di un proprio progetto o di una propria ambizione, ma è conformare

la propria volontà a quella del Padre che è nei Cieli, come Cristo al Getsèma-

ni.5 Nella Chiesa nessuno è padrone, ma tutti sono chiamati, tutti sono invia-

ti, tutti sono raggiunti e guidati dalla grazia divina. E questa è anche la

nostra sicurezza! Solo riascoltando la parola di Gesù, che chiede « vieni e

seguimi », solo ritornando alla vocazione originaria è possibile intendere la

propria presenza e la propria missione nella Chiesa come autentici discepoli.

La richiesta di Giacomo e Giovanni e l'indignazione degli « altri dieci »

Apostoli sollevano una questione centrale a cui Gesù vuole rispondere: chi

5 Cfr. Lc 22, 42.