ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 317

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 Acta Benedicti Pp. XVI 319

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 Acta Benedicti Pp. XVI 321

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 Obschon diese Herausforderungen von allen Mitgliedern der internatio-

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 Congregatio de Causis Sanctorum 367

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 Congregatio de Causis Sanctorum 369

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 Congregatio de Causis Sanctorum 371

 Sequenti mense Iulio relinquere potuit valetudinarium et in sedem novitiatus

 NEAPOLITANA

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 Congregatio de Causis Sanctorum 375

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 Congregatio de Causis Sanctorum 377

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale378

 Congregatio de Causis Sanctorum 379

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 Congregatio de Causis Sanctorum 381

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 Congregatio de Causis Sanctorum 383

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 Congregatio de Causis Sanctorum 385

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale386

 Congregatio de Causis Sanctorum 387

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale388

 Congregatio de Causis Sanctorum 389

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 Congregatio de Causis Sanctorum 391

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 Congregatio pro Episcopis 393

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 Congregatio pro Episcopis 395

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 Diarium Romanae Curiae 397

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 Diarium Romanae Curiae 399

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indica, si chiama « conversione ». Ma che cosa è? Che cosa bisogna fare? In

ogni vita la conversione ha la sua forma propria, perché ogni uomo è qualcosa

di nuovo e nessuno è soltanto la copia di un altro. Ma nel corso della storia

della cristianità il Signore ci ha mandato modelli di conversione, guardando

ai quali possiamo trovare orientamento. Potremmo per questo guardare a

Pietro stesso, a cui il Signore nel cenacolo aveva detto: « Tu, una volta rav-

veduto, conferma i tuoi fratelli ».1 Potremmo guardare a Paolo come a un

grande convertito. La città di Pavia parla di uno dei più grandi convertiti

della storia della Chiesa: sant'Aurelio Agostino. Egli morı̀ il 28 agosto del 430

nella città portuale di Ippona, in Africa, allora circondata ed assediata dai

Vandali. Dopo parecchia confusione di una storia agitata, il re dei Longobar-

di acquistò le sue spoglie per la città di Pavia, cosicché ora egli appartiene in

modo particolare a questa città ed in essa e da essa parla a tutti noi, all'u-

manità, ma particolarmente a tutti noi qui in maniera speciale.

Nel suo libro «Le Confessioni », Agostino ha illustrato in modo toccante il

cammino della sua conversione, che col Battesimo amministratogli dal Ve-

scovo Ambrogio nel duomo di Milano aveva raggiunto la sua meta. Chi legge

Le Confessioni può condividere il cammino che Agostino in una lunga lotta

interiore dovette percorrere per ricevere finalmente, nella notte di Pasqua del

387, al fonte battesimale il Sacramento che segnò la grande svolta della sua

vita. Seguendo attentamente il corso della vita di sant'Agostino, si può ve-

dere che la conversione non fu un evento di un unico momento, ma appunto

un cammino. E si può vedere che al fonte battesimale questo cammino non

era ancora terminato. Come prima del Battesimo, cosı̀ anche dopo di esso la

vita di Agostino è rimasta, pur in modo diverso, un cammino di conversione

- fin nella sua ultima malattia, quando fece applicare alla parete i Salmi

penitenziali per averli sempre davanti agli occhi; quando si autoescluse dal

ricevere l'Eucaristia per ripercorrere ancora una volta la via della penitenza e

ricevere la salvezza dalle mani di Cristo come dono delle misericordie di Dio.

Cosı̀ possiamo giustamente parlare delle « conversioni » di Agostino che, di

fatto, sono state un'unica grande conversione nella ricerca del Volto di Cristo

e poi nel camminare insieme con Lui.

Vorrei parlare brevemente di tre grandi tappe in questo cammino di

conversione, di tre « conversioni ». La prima conversione fondamentale fu il

cammino interiore verso il cristianesimo, verso il « sı̀ » della fede e del Batte-

1 Lc 22, 32.