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società umana e pegno del Regno che viene. La missione della Chiesa è in
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voi, Cardinali. Ci chiama a stare con Gesù, come Maria, e non chiedergli di
scendere dalla croce, ma rimanere lı̀ con Lui. E questo, a motivo del nostro
ministero, dobbiamo farlo non solo per noi stessi, ma per tutta la Chiesa, per
tutto il popolo di Dio. Sappiamo dai Vangeli che la croce fu il punto critico
della fede di Simon Pietro e degli altri Apostoli. È chiaro e non poteva essere
diversamente: erano uomini e pensavano « secondo gli uomini »; non potevano
tollerare l'idea di un Messia crocifisso. La « conversione » di Pietro si realizza
pienamente quando rinuncia a voler « salvare » Gesù e accetta di essere salva-
to da Lui. Rinuncia a voler salvare Gesù dalla croce e accetta di essere salvato
dalla sua croce. « Io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E
tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli »,2 dice il Signore. Il ministero
di Pietro consiste tutto nella sua fede, una fede che Gesù riconosce subito, fin
dall'inizio, come genuina, come dono del Padre celeste; ma una fede che deve
passare attraverso lo scandalo della croce, per diventare autentica, davvero
« cristiana », per diventare « roccia » su cui Gesù possa costruire la sua Chiesa.
La partecipazione alla signoria di Cristo si verifica in concreto solo nella
condivisione con il suo abbassamento, con la Croce. Anche il mio ministero,
cari Fratelli, e di conseguenza anche il vostro, consiste tutto nella fede. Gesù
può costruire su di noi la sua Chiesa tanto quanto trova in noi di quella fede
vera, pasquale, quella fede che non vuole far scendere Gesù dalla Croce, ma si
affida a Lui sulla Croce. In questo senso il luogo autentico del Vicario di
Cristo è la Croce, persistere nell'obbedienza della Croce.
È difficile questo ministero, perché non si allinea al modo di pensare degli
uomini - a quella logica naturale che peraltro rimane sempre attiva anche in
noi stessi. Ma questo è e rimane sempre il nostro primo servizio, il servizio
della fede, che trasforma tutta la vita: credere che Gesù è Dio, che è il Re
proprio perché è arrivato fino a quel punto, perché ci ha amati fino all'estre-
mo. E questa regalità paradossale, dobbiamo testimoniarla e annunciarla
come ha fatto Lui, il Re, cioè seguendo la sua stessa via e sforzandoci di
adottare la sua stessa logica, la logica dell'umiltà e del servizio, del chicco
di grano che muore per portare frutto. Il Papa e i Cardinali sono chiamati ad
essere profondamente uniti prima di tutto in questo: tutti insieme, sotto la
guida del Successore di Pietro, devono rimanere nella signoria di Cristo,
pensando e operando secondo la logica della Croce - e ciò non è mai facile
né scontato. In questo dobbiamo essere compatti, e lo siamo perché non ci
2 Lc 22, 32.