Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale314
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Obschon diese Herausforderungen von allen Mitgliedern der internatio-
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Congregatio de Causis Sanctorum 367
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Sequenti mense Iulio relinquere potuit valetudinarium et in sedem novitiatus
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Acta Benedicti Pp. XVI 345
V
In Vesperarum celebratione Papiae habita apud Basilicam Sancti Petri
« in Ciel d'Oro » (Italia).*
Cari fratelli e sorelle!
In questo suo momento conclusivo, la mia visita a Pavia acquista la
forma del pellegrinaggio. È la forma in cui all'inizio l'avevo concepita, desi-
derando venire a venerare le spoglie mortali di sant'Agostino, per esprimere
sia l'omaggio di tutta la Chiesa cattolica ad uno dei suoi « padri » più grandi,
sia la mia personale devozione e riconoscenza verso colui che tanta parte ha
avuto nella mia vita di teologo e di pastore, ma direi prima ancora di uomo e
di sacerdote. Rinnovo con affetto il saluto al Vescovo Giovanni Giudici e lo
porgo in modo speciale al Priore Generale degli Agostiniani, Padre Robert
Francis Prevost, al Padre Provinciale e all'intera comunità agostiniana. Con
gioia saluto tutti voi, cari sacerdoti, religiosi e religiose, laici consacrati e
seminaristi.
La Provvidenza ha voluto che il mio viaggio acquistasse il carattere di
una vera e propria visita pastorale, e perciò, in questa sosta di preghiera,
vorrei raccogliere qui, presso il sepolcro del Doctor gratiae, un messaggio
significativo per il cammino della Chiesa. Questo messaggio ci viene dall'in-
contro tra la Parola di Dio e l'esperienza personale del grande Vescovo di
Ippona. Abbiamo ascoltato la breve Lettura biblica dei secondi Vespri della
terza Domenica di Pasqua:1 la Lettera agli Ebrei ci ha posto dinanzi Cristo
sommo ed eterno Sacerdote, esaltato alla gloria del Padre dopo avere offerto
se stesso come unico e perfetto sacrificio della nuova Alleanza, nel quale s'è
compiuta l'opera della Redenzione. Su questo mistero sant'Agostino ha fis-
sato lo sguardo e in esso ha trovato la Verità che tanto cercava: Gesù Cristo,
Verbo incarnato, Agnello immolato e risorto, è la rivelazione del volto di Dio
Amore ad ogni essere umano in cammino sui sentieri del tempo verso l'eter-
nità. Scrive l'apostolo Giovanni in un passo che si può considerare parallelo a
quello ora proclamato della Lettera agli Ebrei: « In questo sta l'amore: non
siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo
* Die 22 Aprilis 2007. 1 Eb 10, 12-14.