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società umana e pegno del Regno che viene. La missione della Chiesa è in
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e, ad immagine di Maria Santissima, esprime la sua maternità facendoci
sperimentare l'attesa gioiosa della venuta del Signore, che tutti ci abbraccia
nel suo amore che salva e consola. Mentre i nostri cuori si protendono verso la
celebrazione annuale della nascita di Cristo, la liturgia della Chiesa orienta il
nostro sguardo alla meta definitiva: l'incontro con il Signore che verrà nello
splendore della gloria. Per questo noi che, in ogni Eucaristia, « annunciamo la
sua morte, proclamiamo la sua risurrezione nell'attesa della sua venuta »,
vigiliamo in preghiera. La liturgia non si stanca di incoraggiarci e di soste-
nerci, ponendo sulle nostre labbra, nei giorni di Avvento, il grido con il quale
si chiude l'intera Sacra Scrittura, nell'ultima pagina dell'Apocalisse di san
Giovanni: « Vieni, Signore Gesù! ».1
Cari fratelli e sorelle, il nostro radunarci questa sera per iniziare il cam-
mino di Avvento si arricchisce di un altro importante motivo: con tutta la
Chiesa, vogliamo celebrare solennemente una veglia di preghiera per la vita
nascente. Desidero esprimere il mio ringraziamento a tutti coloro che hanno
aderito a questo invito e a quanti si dedicano in modo specifico ad accogliere e
custodire la vita umana nelle diverse situazioni di fragilità, in particolare ai
suoi inizi e nei suoi primi passi. Proprio l'inizio dell'Anno Liturgico ci fa
vivere nuovamente l'attesa di Dio che si fa carne nel grembo della Vergine
Maria, di Dio che si fa piccolo, diventa bambino; ci parla della venuta di un
Dio vicino, che ha voluto ripercorrere la vita dell'uomo, fin dagli inizi, e
questo per salvarla totalmente, in pienezza. E cosı̀ il mistero dell'Incarnazio-
ne del Signore e l'inizio della vita umana sono intimamente e armonicamente
connessi tra loro entro l'unico disegno salvifico di Dio, Signore della vita di
tutti e di ciascuno. L'Incarnazione ci rivela con intensa luce e in modo sor-
prendente che ogni vita umana ha una dignità altissima, incomparabile.
L'uomo presenta un'originalità inconfondibile rispetto a tutti gli altri
esseri viventi che popolano la terra. Si presenta come soggetto unico e singo-
lare, dotato di intelligenza e volontà libera, oltre che composto di realtà
materiale. Vive simultaneamente e inscindibilmente nella dimensione spiri-
tuale e nella dimensione corporea. Lo suggerisce anche il testo della Prima
Lettera ai Tessalonicesi che è stato proclamato: « Il Dio della pace - scrive
san Paolo - vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito,
anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù
Cristo ».2 Siamo dunque spirito, anima e corpo. Siamo parte di questo mondo,
1 22, 20. 2 5, 23.