1232 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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1300 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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1330 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1332 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Episcopis 1333
1334 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Acta Francisci Pp. 1269
E per questo è necessario maturare una fede personale in Lui. Ed ecco
allora la seconda domanda che Gesù pone ai discepoli: « Ma voi, chi dite
che io sia? ».2 Domanda che risuona ancora oggi alla coscienza di noi suoi
discepoli, ed è decisiva per la nostra identità e la nostra missione. Solo se
riconosciamo Gesù nella Sua verità, saremo in grado di guardare la verità
della nostra condizione umana, e potremo portare il nostro contributo alla
piena umanizzazione della società.
Custodire e annunciare la retta fede in Gesù Cristo è il cuore della nostra
identità cristiana, perché nel riconoscere il mistero del Figlio di Dio fatto
uomo noi potremo penetrare nel mistero di Dio e nel mistero dell'uomo.
Alla domanda di Gesù risponde Simone: « Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio
vivente ».3 Questa risposta racchiude tutta la missione di Pietro e riassume ciò
che diventerà per la Chiesa il ministero petrino, cioè custodire e proclamare
la verità della fede; difendere e promuovere la comunione tra tutte le Chiese;
conservare la disciplina della Chiesa. Papa Leone è stato e rimane, in questa
missione, un modello esemplare, sia nei suoi luminosi insegnamenti, sia nei
suoi gesti pieni della mitezza, della compassione e della forza di Dio.
Anche oggi, cari fratelli e sorelle, la nostra gioia è di condividere questa
fede e di rispondere insieme al Signore Gesù: « Tu per noi sei il Cristo, il
Figlio del Dio vivente ». La nostra gioia è anche di andare controcorrente
e di superare l'opinione corrente, che, come allora, non riesce a vedere in
Gesù più che un profeta o un maestro. La nostra gioia è riconoscere in Lui
la presenza di Dio, l'Inviato dal Padre, il Figlio venuto a farsi strumento
di salvezza per l'umanità. Questa professione di fede che Simon Pietro
proclamò rimane anche per noi. Essa non rappresenta solo il fondamento
della nostra salvezza, ma anche la strada attraverso la quale essa si compie
e il traguardo a cui tende.
Alla radice del mistero della salvezza sta infatti la volontà di un Dio
misericordioso, che non si vuole arrendere di fronte alla incomprensione,
alla colpa e alla miseria dell'uomo, ma si dona a lui fino a farsi Egli stesso
uomo per incontrare ogni persona nella sua condizione concreta. Questo
amore misericordioso di Dio è ciò che Simon Pietro riconosce sul volto di
Gesù. Lo stesso volto che noi siamo chiamati a riconoscere nelle forme in
cui il Signore ci ha assicurato la sua presenza in mezzo a noi: nella sua
2 Mt 16, 15. 3 V. 16.