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Parola, che illumina le oscurità della nostra mente e del nostro cuore; nei
suoi Sacramenti, che ci rigenerano a vita nuova da ogni nostra morte;
nella comunione fraterna, che lo Spirito Santo genera tra i suoi discepoli;
nell'amore senza confini, che si fa servizio generoso e premuroso verso
tutti; nel povero, che ci ricorda come Gesù abbia voluto che la sua supre-
ma rivelazione di sé e del Padre avesse l'immagine dell'umiliato crocifisso.
Questa verità della fede è verità che scandalizza, perché chiede di cre-
dere in Gesù, il quale, pur essendo Dio, si è svuotato, si è abbassato alla
condizione di servo, fino alla morte di croce, e per questo Dio lo ha fatto
Signore dell'universo.4 È la verità che ancora oggi scandalizza chi non tollera
il mistero di Dio impresso sul volto di Cristo. È la verità che non possiamo
sfiorare e abbracciare senza, come dice san Paolo, entrare nel mistero di
Gesù Cristo, e senza fare nostri i suoi stessi sentimenti.5 Solo a partire dal
Cuore di Cristo possiamo capire, professare e vivere la Sua verità.
In realtà, la comunione tra divino e umano, realizzata pienamente in
Gesù, è la nostra meta, il punto d'arrivo della storia umana secondo il dise-
gno del Padre. È la beatitudine dell'incontro tra la nostra debolezza e la Sua
grandezza, tra la nostra piccolezza e la Sua misericordia che colmerà ogni
nostro limite. Ma tale meta non è soltanto l'orizzonte che illumina il nostro
cammino ma è ciò che ci attrae con la sua forza soave; è ciò che si inizia a
pregustare e a vivere qui e si costruisce giorno dopo giorno con ogni bene
che seminiamo attorno a noi. Sono questi i semi che contribuiscono a creare
un'umanità nuova, rinnovata, dove nessuno è lasciato ai margini o scartato;
dove chi serve è il più grande; dove i piccoli e i poveri sono accolti e aiutati.
Dio e l'uomo non sono i due estremi di una opposizione: essi si cercano
da sempre, perché Dio riconosce nell'uomo la propria immagine e l'uomo
si riconosce solo guardando Dio. Questa è la vera sapienza, che il Libro del
Siracide segnala come caratteristica di chi aderisce alla sequela del Signore.
È la sapienza di san Leone Magno, frutto del convergere di vari elementi:
parola, intelligenza, preghiera, insegnamento, memoria. Ma san Leone ci
ricorda anche che non può esserci vera sapienza se non nel legame a Cristo
e nel servizio alla Chiesa. È questa la strada su cui incrociamo l'umanità
e possiamo incontrarla con lo spirito del buon samaritano. Non per nulla
4 Cfr Fil 2, 6-11. 5 Cfr Fil 2, 5.