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Congregatio pro Episcopis 1333
1334 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1274 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Spirito Santo nella nostra vita, a « ravvivare » il dono del suo amore divino
in modo da essere a nostra volta fonte di saggezza e di forza per gli altri.
Il dono dello Spirito Santo è un dono che è dato per essere condiviso. Ci
unisce gli uni agli altri come credenti e membra vive del Corpo mistico di
Cristo. Non riceviamo il dono dello Spirito soltanto per noi stessi, ma per
edificarci gli uni gli altri nella fede, nella speranza e nell'amore. Penso ai
santi Joseph Mkasa e Charles Lwanga, che, dopo essere stati istruiti nella
fede dagli altri, hanno voluto trasmettere il dono che avevano ricevuto.
Essi lo fecero in tempi pericolosi. Non solo la loro vita fu minacciata ma lo
fu anche la vita dei ragazzi più giovani affidati alle loro cure. Poiché essi
avevano coltivato la propria fede e avevano accresciuto l'amore per Dio,
non ebbero timore di portare Cristo agli altri, persino a costo della vita.
La loro fede divenne testimonianza; oggi, venerati come martiri, il loro
esempio continua ad ispirare tante persone nel mondo. Essi continuano a
proclamare Gesù Cristo e la potenza della Croce.
Se, come i martiri, noi quotidianamente ravviviamo il dono dello Spirito
che abita nei nostri cuori, allora certamente diventeremo quei discepoli
missionari che Cristo ci chiama ad essere. Per le nostre famiglie e i nostri
amici certamente, ma anche per coloro che non conosciamo, specialmente
per quelli che potrebbero essere poco benevoli e persino ostili nei nostri
confronti. Questa apertura verso gli altri incomincia nella famiglia, nelle
nostre case, dove si impara la carità e il perdono, e dove nell'amore dei
nostri genitori si impara a conoscere la misericordia e l'amore di Dio. Tale
apertura si esprime anche nella cura verso gli anziani e i poveri, le vedove
e gli orfani.
La testimonianza dei martiri mostra a tutti coloro che hanno ascolta-
to la loro storia, allora e oggi, che i piaceri mondani e il potere terreno
non danno gioia e pace durature. Piuttosto, la fedeltà a Dio, l'onestà e
l'integrità della vita e la genuina preoccupazione per il bene degli altri
ci portano quella pace che il mondo non può offrire. Ciò non diminuisce
la nostra cura per questo mondo, come se guardassimo soltanto alla vita
futura. Al contrario, offre uno scopo alla vita in questo mondo e ci aiuta
a raggiungere i bisognosi, a cooperare con gli altri per il bene comune e
a costruire una società più giusta, che promuova la dignità umana, senza
escludere nessuno, che difenda la vita, dono di Dio, e protegga le meraviglie
della natura, il creato, la nostra casa comune.