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società umana e pegno del Regno che viene. La missione della Chiesa è in
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quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto
e risorto per loro ».1 Come non sentire anche nostra questa bella reazione
dell'apostolo Paolo al suo incontro col Cristo risorto? Proprio questa espe-
rienza è alla radice dei tre importanti temi che avete approfondito nella
vostra Sessione Plenaria appena conclusa.
Chi ha scoperto in Cristo l'amore di Dio, infuso dallo Spirito Santo nei
nostri cuori, desidera conoscere meglio Colui da cui è amato e che ama.
Conoscenza e amore si sostengono a vicenda. Come hanno affermato i Padri
della Chiesa, chiunque ama Dio è spinto a diventare, in un certo senso, un
teologo, uno che parla con Dio, che pensa di Dio e cerca di pensare con Dio;
mentre il lavoro professionale di teologo è per alcuni una vocazione di grande
responsabilità davanti a Cristo, davanti alla Chiesa. Poter professionalmente
studiare Dio stesso e poterne parlare - contemplari et contemplata docere 2
- è un grande privilegio. La vostra riflessione sulla visione cristiana di Dio
potrà essere un contributo prezioso sia per la vita dei fedeli che per il nostro
dialogo con i credenti di altre religioni ed anche con i non credenti. Di fatto
la stessa parola « teo-logia » rivela questo aspetto comunicativo del vostro
lavoro - nella teologia cerchiamo, attraverso il « logos », di comunicare ciò
che « abbiamo veduto e udito ».3 Ma sappiamo bene che la parola « logos » ha
un significato molto più largo, che comprende anche il senso di « ratio »,
« ragione ». E questo fatto ci conduce ad un secondo punto assai importante.
Possiamo pensare a Dio e comunicare ciò che abbiamo pensato perché Egli ci
ha dotati di una ragione in armonia con la sua natura. Non è per caso che il
Vangelo di Giovanni comincia con l'affermazione « In principio era il Logos...
e il Logos era Dio ».4 Accogliere questo Logos - questo pensiero divino - è
infine anche un contributo alla pace nel mondo. Infatti conoscere Dio nella
sua vera natura è anche il modo sicuro per assicurare la pace. Un Dio che non
fosse percepito come fonte di perdono, di giustizia e di amore, non potrebbe
essere luce sul sentiero della pace.
Siccome l'uomo tende sempre a collegare le sue conoscenze le une con le
altre, anche la conoscenza di Dio si organizza in modo sistematico. Ma nessun
sistema teologico può sussistere se non è permeato dall'amore del suo divino
«Oggetto », che nella teologia necessariamente deve essere « Soggetto » che ci
1 2 Cor 5, 14-15. 2 S. Tommaso d'Aquino, Super Sent., lib. 3 d. 35 q. 1 a. 3 qc. 1 arg. 3. 3 1 Gv 1, 3. 4 Gv 1, 1.