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1334 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1286 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Il nostro dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore
e lottare. La nostra fede è rivoluzionaria per un impulso che viene dallo
Spirito Santo. Dobbiamo seguire questo impulso per uscire da noi stessi,
per essere uomini secondo il Vangelo di Gesù. Qualsiasi vita si decide sulla
capacità di donarsi. È lì che trascende sé stessa, che arriva ad essere feconda.
Un ulteriore sentimento di Cristo Gesù è quello della beatitudine. Il cri-
stiano è un beato, ha in sé la gioia del Vangelo. Nelle beatitudini il Signore
ci indica il cammino. Percorrendolo noi esseri umani possiamo arrivare alla
felicità più autenticamente umana e divina. Gesù parla della felicità che
sperimentiamo solo quando siamo poveri nello spirito. Per i grandi santi la
beatitudine ha a che fare con umiliazione e povertà. Ma anche nella parte
più umile della nostra gente c'è molto di questa beatitudine: è quella di chi
conosce la ricchezza della solidarietà, del condividere anche il poco che si
possiede; la ricchezza del sacrificio quotidiano di un lavoro, a volte duro
e mal pagato, ma svolto per amore verso le persone care; e anche quella
delle proprie miserie, che tuttavia, vissute con fiducia nella provvidenza e
nella misericordia di Dio Padre, alimentano una grandezza umile.
Le beatitudini che leggiamo nel Vangelo iniziano con una benedizione
e terminano con una promessa di consolazione. Ci introducono lungo un
sentiero di grandezza possibile, quello dello spirito, e quando lo spirito
è pronto tutto il resto viene da sé. Certo, se noi non abbiamo il cuore
aperto allo Spirito Santo, sembreranno sciocchezze perché non ci portano
al « successo ». Per essere « beati », per gustare la consolazione dell'amicizia
con Gesù Cristo, è necessario avere il cuore aperto. La beatitudine è una
scommessa laboriosa, fatta di rinunce, ascolto e apprendimento, i cui frutti
si raccolgono nel tempo, regalandoci una pace incomparabile: « Gustate e
vedete com'è buono il Signore »!10
Umiltà, disinteresse, beatitudine: questi i tre tratti che voglio oggi presen-
tare alla vostra meditazione sull'umanesimo cristiano che nasce dall'umanità
del Figlio di Dio. E questi tratti dicono qualcosa anche alla Chiesa italiana
che oggi si riunisce per camminare insieme in un esempio di sinodalità.
Questi tratti ci dicono che non dobbiamo essere ossessionati dal « potere »,
anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all'im-
magine sociale della Chiesa. Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù,
10 Sal 34, 9.