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1332 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Episcopis 1333
1334 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Acta Francisci Pp. 1287
si disorienta, perde il senso. Se li assume, invece, sa essere all'altezza della
sua missione. I sentimenti di Gesù ci dicono che una Chiesa che pensa a
sé stessa e ai propri interessi sarebbe triste. Le beatitudini, infine, sono
lo specchio in cui guardarci, quello che ci permette di sapere se stiamo
camminando sul sentiero giusto: è uno specchio che non mente.
Una Chiesa che presenta questi tre tratti - umiltà, disinteresse, beati-
tudine - è una Chiesa che sa riconoscere l'azione del Signore nel mondo,
nella cultura, nella vita quotidiana della gente. L'ho detto più di una volta
e lo ripeto ancora oggi a voi: « preferisco una Chiesa accidentata, ferita e
sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per
la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio
una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un
groviglio di ossessioni e procedimenti ».11
Però sappiamo che le tentazioni esistono; le tentazioni da affrontare
sono tante. Ve ne presento almeno due. Non spaventatevi, questo non sarà
un elenco di tentazioni! Come quelle quindici che ho detto alla Curia!
La prima di esse è quella pelagiana. Essa spinge la Chiesa a non essere
umile, disinteressata e beata. E lo fa con l'apparenza di un bene. Il pelagia-
nesimo ci porta ad avere fiducia nelle strutture, nelle organizzazioni, nelle
pianificazioni perfette perché astratte. Spesso ci porta pure ad assumere uno
stile di controllo, di durezza, di normatività. La norma dà al pelagiano la
sicurezza di sentirsi superiore, di avere un orientamento preciso. In questo
trova la sua forza, non nella leggerezza del soffio dello Spirito. Davanti ai
mali o ai problemi della Chiesa è inutile cercare soluzioni in conservatorismi
e fondamentalismi, nella restaurazione di condotte e forme superate che
neppure culturalmente hanno capacità di essere significative. La dottrina
cristiana non è un sistema chiuso incapace di generare domande, dubbi,
interrogativi, ma è viva, sa inquietare, sa animare. Ha volto non rigido,
ha corpo che si muove e si sviluppa, ha carne tenera: la dottrina cristiana
si chiama Gesù Cristo.
La riforma della Chiesa poi - e la Chiesa è semper reformanda - è aliena
dal pelagianesimo. Essa non si esaurisce nell'ennesimo piano per cambiare
le strutture. Significa invece innestarsi e radicarsi in Cristo lasciandosi
condurre dallo Spirito. Allora tutto sarà possibile con genio e creatività.
11 Evangelii gaudium, 49.