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La Chiesa italiana si lasci portare dal suo soffio potente e per questo, a
volte, inquietante. Assuma sempre lo spirito dei suoi grandi esploratori, che
sulle navi sono stati appassionati della navigazione in mare aperto e non
spaventati dalle frontiere e delle tempeste. Sia una Chiesa libera e aperta
alle sfide del presente, mai in difensiva per timore di perdere qualcosa. Mai
in difensiva per timore di perdere qualcosa. E, incontrando la gente lungo
le sue strade, assuma il proposito di san Paolo: « Mi sono fatto debole per
i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare
a ogni costo qualcuno ».12
Una seconda tentazione da sconfiggere è quella dello gnosticismo.Essa
porta a confidare nel ragionamento logico e chiaro, il quale però perde la
tenerezza della carne del fratello. Il fascino dello gnosticismo è quello di
« una fede rinchiusa nel soggettivismo, dove interessa unicamente una deter-
minata esperienza o una serie di ragionamenti e conoscenze che si ritiene
possano confortare e illuminare, ma dove il soggetto in definitiva rimane
chiuso nell'immanenza della sua propria ragione o dei suoi sentimenti ».13
Lo gnosticismo non può trascendere.
La differenza fra la trascendenza cristiana e qualunque forma di spiri-
tualismo gnostico sta nel mistero dell'incarnazione. Non mettere in pratica,
non condurre la Parola alla realtà, significa costruire sulla sabbia, rimanere
nella pura idea e degenerare in intimismi che non danno frutto, che ren-
dono sterile il suo dinamismo.
La Chiesa italiana ha grandi santi il cui esempio possono aiutarla a
vivere la fede con umiltà, disinteresse e letizia, da Francesco d'Assisi a
Filippo Neri. Ma pensiamo anche alla semplicità di personaggi inventati
come don Camillo che fa coppia con Peppone. Mi colpisce come nelle sto-
rie di Guareschi la preghiera di un buon parroco si unisca alla evidente
vicinanza con la gente. Di sé don Camillo diceva: « Sono un povero prete
di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne
sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro ». Vicinanza alla gente
e preghiera sono la chiave per vivere un umanesimo cristiano popolare,
umile, generoso, lieto. Se perdiamo questo contatto con il popolo fedele di
Dio perdiamo in umanità e non andiamo da nessuna parte.
12 1 Cor 9, 22. 13 Evangelii gaudium, 94.