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Congregatio de Causis Sanctorum 929
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io credo che devo parlare della vicinanza più importante: quella con i sa-
cerdoti. Il vescovo deve essere disponibile per i suoi sacerdoti. Quando ero
in Argentina ho sentito di sacerdoti… - tante, tante volte, quando andavo
a dare gli Esercizi, a me piaceva dare gli Esercizi -; dicevo: « Parla con
il vescovo su questo… » - « Ma no, io l'ho chiamato, la segretaria mi dice:
No, è molto, molto impegnato, ma ti riceverà entro tre mesi ». Ma questo
sacerdote si sente orfano, senza padre, senza la vicinanza, e incomincia ad
andare giù. Un vescovo che vede nel foglio delle chiamate, alla sera, quando
torna, la chiamata di un sacerdote, o quella stessa sera o il giorno dopo
deve chiamarlo subito. « Sì, sono impegnato, ma è urgente? » - « No, no, ma
mettiamoci d'accordo… ». Che il sacerdote senta che ha un padre. Se noi
togliamo ai sacerdoti la paternità, non possiamo chiedere a loro che siano
padri. E così il senso della paternità di Dio si allontana. L'opera del Figlio
è toccare le miserie umane: spirituali e corporali. La vicinanza. L'opera del
Padre: essere padre, vescovo-padre.
Poi, i giovani - perché si deve parlare di giovani in questi giorni. I giovani
sono « noiosi »! Perché vengono sempre a dire le stesse cose, oppure « io la penso
così… », oppure « la Chiesa dovrebbe… », e ci vuole pazienza con i giovani. Io ho
conosciuto, da ragazzo, alcuni preti: era un tempo in cui il confessionale era
più frequentato di adesso, passavano ore ascoltando, o li ricevevano nell'ufficio
parrocchiale, ad ascoltare le stesse cose… ma con pazienza. E poi, portare
i giovani in campagna, in montagna… Ma pensate a san Giovanni Paolo II,
cosa faceva con gli universitari? Sì, faceva scuola, ma poi andava con loro in
montagna! Vicinanza. Li ascoltava. Stava con i giovani…
E un'ultima cosa vorrei sottolineare, perché credo che il Signore me lo
chieda: i nonni. Voi, che avete sofferto il comunismo, l'ateismo, lo sapete:
sono stati i nonni, sono state le nonne a salvare e a trasmettere la fede.
I nonni hanno la memoria di un popolo, hanno la memoria della fede, la
memoria della Chiesa. Non scartare i nonni! In questa cultura dello scarto,
che è appunto scristianizzata, si scarta quello che non serve, che non va.
No! I nonni sono la memoria del popolo, sono la memoria della fede. E
collegare i giovani con i nonni: anche questo è vicinanza. Essere vicini e
creare vicinanza. Risponderei così a questa domanda. Non ci sono ricette,
ma dobbiamo scendere in campo. Se aspettiamo che suoni la chiamata o
che bussino alla porta… No. Dobbiamo uscire a cercare, come il pastore, che
va a cercare gli smarriti. Non so, mi viene questo. Semplicemente.