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di unità. Del resto, le nostre stesse formulazioni di fede sono frutto di un
dialogo e di un incontro tra culture, comunità e istanze differenti. Non
dobbiamo aver paura del dialogo: anzi è proprio il confronto e la critica
che ci aiuta a preservare la teologia dal trasformarsi in ideologia.
Ricordatevi inoltre che il modo migliore per dialogare non è quello di
parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme,
di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che
hanno buona volontà.
E senza paura di compiere l'esodo necessario ad ogni autentico dialogo.
Altrimenti non è possibile comprendere le ragioni dell'altro, né capire fino
in fondo che il fratello conta più delle posizioni che giudichiamo lontane
dalle nostre pur autentiche certezze. È fratello.
Ma la Chiesa sappia anche dare una risposta chiara davanti alle mi-
nacce che emergono all'interno del dibattito pubblico: è questa una delle
forme del contributo specifico dei credenti alla costruzione della società
comune. I credenti sono cittadini. E lo dico qui a Firenze, dove arte, fede
e cittadinanza si sono sempre composte in un equilibrio dinamico tra de-
nuncia e proposta. La nazione non è un museo, ma è un'opera collettiva in
permanente costruzione in cui sono da mettere in comune proprio le cose
che differenziano, incluse le appartenenze politiche o religiose.
Faccio appello soprattutto « a voi, giovani, perché siete forti », diceva
l'Apostolo Giovanni.28 Giovani, superate l'apatia. Che nessuno disprezzi la
vostra giovinezza, ma imparate ad essere modelli nel parlare e nell'agire.29
Vi chiedo di essere costruttori dell'Italia, di mettervi al lavoro per una Ita-
lia migliore. Per favore, non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi,
immergetevi nell'ampio dialogo sociale e politico. Le mani della vostra fede
si alzino verso il cielo, ma lo facciano mentre edificano una città costruita
su rapporti in cui l'amore di Dio è il fondamento. E così sarete liberi di
accettare le sfide dell'oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni.
Si può dire che oggi non viviamo un'epoca di cambiamento quanto un
cambiamento d'epoca. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide
nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Questo
nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come osta-
coli: il Signore è attivo e all'opera nel mondo. Voi, dunque, uscite per le
28 1 Gv 1, 14. 29 Cfr 1 Tm 4, 12.