1232 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1234 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1236 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1238 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1240 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1242 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1244 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1246 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1248 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1250 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1252 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1254 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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1260 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1262 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1264 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1266 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1268 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1270 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1272 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1274 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1276 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1278 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1280 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1282 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1284 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1286 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1288 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1290 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1292 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1294 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1296 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1298 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1300 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1302 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1304 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1306 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1308 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1310 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1312 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1314 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1316 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1318 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1320 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1322 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1324 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1326 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1328 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1330 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1332 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Episcopis 1333
1334 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Acta Francisci Pp. 1295
Dal momento che la vocazione al sacerdozio è un dono che Dio fa ad
alcuni per il bene di tutti, vorrei condividere con voi alcuni pensieri, pro-
prio a partire dal rapporto tra i preti e le altre persone, seguendo il n. 3
di Presbyterorum ordinis, nel quale si trova come un piccolo compendio di
teologia del sacerdozio, tratto dalla Lettera agli Ebrei: « I presbiteri sono
stati presi fra gli uomini e costituiti in favore degli uomini stessi nelle cose
che si riferiscono a Dio, per offrire doni e sacrifici in remissione dei peccati,
vivono quindi in mezzo agli altri uomini come fratelli in mezzo ai fratelli ».
Consideriamo questi tre momenti: « presi fra gli uomini », « costituiti in
favore degli uomini », presenti « in mezzo agli altri uomini ».
Il sacerdote è un uomo che nasce in un certo contesto umano; lì appren-
de i primi valori, assorbe la spiritualità del popolo, si abitua alle relazioni.
Anche i preti hanno una storia, non sono « funghi » che spuntano improv-
visamente in Cattedrale nel giorno della loro ordinazione. È importante
che i formatori e i preti stessi ricordino questo e sappiano tenere conto
di tale storia personale lungo il cammino della formazione. Nel giorno
dell'ordinazione dico sempre ai sacerdoti, ai neo-sacerdoti: ricordatevi da
dove siete stati presi, dal gregge, non dimenticatevi della vostra mamma
e della vostra nonna! Questo lo diceva Paolo a Timoteo, e lo dico anch'io
oggi. Questo vuol dire che non si può fare il prete credendo che uno è stato
formato in laboratorio, no; incomincia in famiglia con la « tradizione » della
fede e con tutta l'esperienza della famiglia. Occorre che essa sia persona-
lizzata, perché è la persona concreta ad essere chiamata al discepolato e
al sacerdozio, tenendo in ogni caso conto che è solo Cristo il Maestro da
seguire e a cui configurarsi.
Mi piace in questo senso ricordare quel fondamentale « centro di pastorale
vocazionale » che è la famiglia, chiesa domestica e primo e fondamentale luogo
di formazione umana, dove può germinare nei giovani il desiderio di una vita
concepita come cammino vocazionale, da percorrere con impegno e generosità.
In famiglia e in tutti gli altri contesti comunitari - scuola, parrocchia,
associazioni, gruppi di amici - impariamo a stare in relazione con persone
concrete, ci facciamo modellare dal rapporto con loro, e diventiamo ciò che
siamo anche grazie a loro.
Un buon prete, dunque, è prima di tutto un uomo con la sua propria
umanità, che conosce la propria storia, con le sue ricchezze e le sue ferite,
e che ha imparato a fare pace con essa, raggiungendo la serenità di fondo,