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rale o dell'evangelizzazione, che arriva e fa ciò che deve - magari bene,
ma come fosse un mestiere - e poi se ne va a vivere una vita separata. Si
diventa preti per stare in mezzo alla gente: la vicinanza. E mi permetto,
fratelli vescovi, anche la nostra vicinanza di vescovi con i nostri preti.
Questo vale anche per noi! Quante volte sentiamo le lamentele dei preti:
« Mah, ho chiamato il vescovo perché ho un problema… Il segretario, la
segretaria, mi ha detto che è molto occupato, che è in giro, che non può
ricevermi prima di tre mesi… ». Due cose. La prima. Un vescovo sempre è
occupato, grazie a Dio, ma se tu vescovo ricevi una chiamata di un prete
e non puoi riceverlo perché hai tanto lavoro, almeno prendi il telefono e
chiamalo e digli: « È urgente? non è urgente? quando, vieni quel giorno… »,
così si sente vicino. Ci sono vescovi che sembrano allontanarsi dai preti…
Vicinanza, almeno una telefonata! E questo è amore di padre, fraternità. E
l'altra cosa. « No, ho una conferenza in tale città e poi devo fare un viaggio
in America, e poi… ». Ma, senti, il decreto di residenza di Trento ancora è
vigente! E se tu non te la senti di rimanere in diocesi, dimettiti, e gira il
mondo facendo un altro apostolato molto buono. Ma se tu sei vescovo di
quella diocesi, residenza. Queste due cose, vicinanza residenza. Ma questo
è per noi vescovi! Si diventa preti per stare in mezzo alla gente.
Il bene che i preti possono fare nasce soprattutto dalla loro vicinanza
e da un tenero amore per le persone. Non sono filantropi o funzionari, i
preti sono padri e fratelli. La paternità di un sacerdote fa tanto bene.
Vicinanza, viscere di misericordia, sguardo amorevole: far sperimentare
la bellezza di una vita vissuta secondo il Vangelo e l'amore di Dio che si
fa concreto anche attraverso i suoi ministri. Dio che non rifiuta mai. E qui
penso al confessionale. Sempre si possono trovare strade per dare l'assolu-
zione. Accogliere bene. Ma alcune volte non si può assolvere. Ci sono preti
che dicono: « No, da questo non ti posso assolvere, vattene via ». Questa non
è la strada. Se tu non puoi dare l'assoluzione, spiega e dì: « Dio ti ama tanto,
Dio ti vuole bene. Per arrivare a Dio ci sono tante vie. Io non ti posso dare
l'assoluzione, ti do la benedizione. Ma torna, torna sempre qui, che ogni
volta che tu torni ti darò la benedizione come segno che Dio ti ama ». E
quell'uomo o quella donna se ne va pieno di gioia perché ha trovato l'icona
del Padre, che non rifiuta mai; in una maniera o nell'altra lo ha abbracciato.
Un buon esame di coscienza per un prete è anche questo; se il Signore
tornasse oggi, dove mi troverebbe? « Dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il