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Congregatio de Causis Sanctorum 929
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Congregatio de Causis Sanctorum 931
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Congregatio de Causis Sanctorum 945
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- almeno non devono esistere. Chi ha scelto di conformare tutta l'esistenza
a Gesù non sceglie più i propri luoghi, ma va là dove è mandato; pronto a
rispondere a chi lo chiama, non sceglie più nemmeno i propri tempi. La casa
dove abita non gli appartiene, perché la Chiesa e il mondo sono i luoghi aperti
della sua missione. Il suo tesoro è porre il Signore in mezzo alla vita, senza
ricercare altro per sé. Fugge così le situazioni appaganti che lo metterebbero
al centro, non si erge sui traballanti piedistalli dei poteri del mondo e non si
adagia nelle comodità che infiacchiscono l'evangelizzazione; non spreca tempo
a progettare un futuro sicuro e ben retribuito, per non rischiare di diventare
isolato e cupo, rinchiuso nelle pareti anguste di un egoismo senza speranza e
senza gioia. Contento nel Signore, non si accontenta di una vita mediocre, ma
brucia del desiderio di testimoniare e di raggiungere gli altri; ama rischiare ed esce, non costretto da percorsi già tracciati, ma aperto e fedele alle rotte indicate dallo Spirito: contrario al vivacchiare, si rallegra di evangelizzare.
Nel Vangelo odierno, in secondo luogo, emerge la figura dell'unico disce- polo nominato, Tommaso. Nel suo dubbio e nella sua ansia di voler capire, questo discepolo, anche piuttosto ostinato, un po' ci assomiglia e ci risulta anche simpatico. Senza saperlo, egli ci fa un grande regalo: ci porta più vicino a Dio, perché Dio non si nasconde a chi lo cerca. Gesù gli mostra le sue piaghe gloriose, gli fa toccare con mano l'infinita tenerezza di Dio, i segni vivi di quanto ha patito per amore degli uomini.
Per noi discepoli, è tanto importante mettere la nostra umanità a con- tatto con la carne del Signore, cioè portare a Lui, con fiducia e con totale sincerità, fino in fondo, quello che siamo. Gesù, come disse a santa Faustina, è contento che gli parliamo di tutto, non si stanca delle nostre vite che già conosce, attende la nostra condivisione, persino il racconto delle nostre gior- nate (cfr Diario, 6 settembre 1937). Così si cerca Dio, in una preghiera che sia trasparente e non dimentichi di confidare e affidare le miserie, le fatiche
e le resistenze. Il cuore di Gesù è conquistato dall'apertura sincera, da cuori
che sanno riconoscere e piangere le proprie debolezze, fiduciosi che proprio lì agirà la divina misericordia. Che cosa ci chiede Gesù? Egli desidera cuori
veramente consacrati, che vivono del perdono ricevuto da Lui, per riversarlo
con compassione sui fratelli. Gesù cerca cuori aperti e teneri verso i deboli,
mai duri; cuori docili e trasparenti, che non dissimulano di fronte a chi ha il
compito nella Chiesa di orientare il cammino. Il discepolo non esita a porsi domande, ha il coraggio di abitare il dubbio e di portarlo al Signore, ai for- matori e ai superiori, senza calcoli e reticenze. Il discepolo fedele attua un