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Congregatio pro Episcopis 1333
1334 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
1328 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
NUNTII
I
Occasione L anniversariae memoriae editi Decreti de Apostolatu laicorum « Apostolicam actuositatem » ad Venerabilem Fratrem Nostrum Stanislaum Cardinalem Ryłko, Praesidem Pontificii Consilii pro Laicis.
Chiesa senza frontiere: madre di tutti
Al Venerato Fratello
Cardinale Stanisław Ryłko
Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici
Rivolgo il mio cordiale saluto a Lei, Signor Cardinale, e a tutti i partecipanti alla Giornata di studio organizzata dal Pontificio Consiglio per i Laici, in col- laborazione con la Pontificia Università della Santa Croce, sul tema Vocazione e missione dei laici. A cinquant'anni dal Decreto « Apostolicam actuositatem ».
Il vostro convegno si colloca nel quadro del 50° anniversario della con- clusione del Concilio Vaticano II, evento straordinario di grazia, che, come affermò il beato Paolo VI, ha avuto « il carattere d'un atto d'amore; d'un grande e triplice atto d'amore: verso Dio, verso la Chiesa, verso l'umanità » ( Allocuzione all'inizio della Quarta Sessione, 14 settembre 1965: Insegnamen- ti, III [1965], 475). Questo rinnovato atteggiamento di amore che ispirava i Padri conciliari ha portato anche, tra i suoi molteplici frutti, ad un modo nuovo di guardare alla vocazione e alla missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, che ha trovato magnifica espressione anzitutto nelle due grandi Costituzioni conciliari Lumen gentium e Gaudium et spes. Questi documenti basilari del Concilio considerano i fedeli laici entro una visione d'insieme del Popolo di Dio, a cui essi appartengono assieme ai membri dell'ordine sacro e ai religiosi, e nel quale partecipano, nel modo loro proprio, della funzio- ne sacerdotale, profetica e regale di Cristo stesso. Il Concilio, dunque, non guarda ai laici come se fossero membri di « second'ordine », al servizio della gerarchia e semplici esecutori di ordini dall'alto, ma come discepoli di Cristo che, in forza del loro Battesimo e del loro naturale inserimento « nel mondo », sono chiamati ad animare ogni ambiente, ogni attività, ogni relazione umana secondo lo spirito del Vangelo (cfr LG, 31), portando la luce, la speranza, la carità ricevuta da Cristo in quei luoghi che, altrimenti, resterebbero estranei