DOCUMENTA DIPLOMATICA. 205

ut omnis in Beatissimum Patrem culpa derivaretur: firmandam esse in Neapolitano regno tranquillitatem, ac publicam opinionem ca- ptandam; Gallicum autem Gubernium animo ac studio erga Ita- liam perquam benevolo semper esse de Romana quaestione in po- sterum acturum.

Porro, quovis alio extrinseco deficiente argumento, satis mihi abunde foret pervulgatum omnibus factum, quo firmius in mea hac opinione persisterem. Imperiale siquidem Gubernium omnino re- cusavit, percelebrem illam rogationem a Barone Ricasoli factam approbationi Sanctae Sedis subiicere. Ipsum insuper Gubernium novissima anni 1867 expeditione restitit hominum perditissimorum aggressioni, quam quidem aggressionem Florentinum Gubernium excitabat, adiuvabat ac sustentabat. Ipsum tandem solemniter e sug- gesto per dominum Rouher declaravit, posse numquam Italiam sub Gallici vexilli praesidio Roma reliquisque Sanctissimi Patris ditio- nibus potiri. Puto itaque primum, ac forsan unicum bonae fidei actum, quem postremis hisce decem annis iactare possit Italia, illum fuisse, quo suum clare animum patefecit, arripiendi nempe, ut re-

tanto l'Italia doveva tenere aperte le sue pratiche con Roma, affine di far cadere tutti i torti sul Santo Padre; che si doveva assicurare la tranquillità nel reame di Napoli, ed agire sull'opi- nione pubblica, e che il Governo francese non cesserebbe di preoc- cuparsi della questione di Roma in un senso affatto benevolo ed amico per l'Italia.

» Quand' anche mancasse ogni altro argomento estrinseco, ba- sterebbe, per confermarmi in questa opinione, un fatto che è di notorietà pubblica; ed è che il Governo Imperiale rifiutò risolu- tamente di sottomettere all'approvazione, della Santa Sede il fa- moso progetto elaborato dal barone Ricasoli. Un altro fatto egual- mente significante è che il Governo imperiale si oppose, colla nuova spedizione del 1867, all' invasione garibaldina, che era pro- vocata, favorita e sostenuta dal Governo di Firenze; esso dichiarò persino solennemente dall'alto della tribuna, per ordine del si- gnor Rouher, che giammai l'Italia avrebbe ad impadronirsi di Roma e dei dominii lasciati al Santo Padre sotto la protezione della bandiera della Francia. Io credo adunque che il primo e