DOCUMENTA DIPLOMATICA. 209

ac solemne quis cupiat, quod testetur, quanam ratione Sancta Sedes quaestionem istam consideraverit, quodque tulerit iudicium de iis, quae gesta sunt, quaeque etiam in eius detrimentum timebantur ne fierent, deque principiis et actis Italici Gubernii, Allocutionem in Consistorio diei 18 Martii anni 1861 a Sanctissimo Patre habitam adducam.

Sed ad quid documenta ac probationes minime controversae? Nemo quippe unus ignorat, Florentinum ipsum Gubernium ad ini- quam suam agendi rationem aliquatenus excusandam, protulisse semper Beatissimi Patris tenacitatem ¿w» conditionibus reiiciendis, et Non possumus ab ipso oppositum cuilibet tractationi, quae ple- nam regalium eius iurium reintegrationem non respiceret. Ceterum, ne quid Ecclesiasticae res caperent detrimenti, Pontifex Summus minime cunctatus est declarare, velle se pactiones inire, ut nonnullis e pluribus in Italia Sedibus suo Pastore viduatis prospiceret, eo* demque tempore res alias religiosas componeret.

(I) Hanc Allocutionem expositam iabes in hoc Vol. pag. /75 et seqq.

Acta, tom. VI, fase. LXJV. l{

tere temporale si riferiva di sua natura agli interessi di tutta la cattolicità, e che la Santa Sede aspetterebbe dagli avvenimenti una soluzione conforme a'suoi diritti ed a'suoi desiderii. - Se cionondimeno si desidera un documento pubblico e solenne, il quale attesti in quale maniera la Santa Sede abbia considerata tale questione, e qual giudizio ha portato sui fatti compiuti e su quelli che minacciavasi di compire ancora a suo detrimento, come pure sui principii professati e gli atti del Governo d'Italia, citerò l'Allocuzione pronunziata dal Santo Padre nel Concistoro del 18 Marzo 1861 (1).

» Ma a che serve produrre documenti e prove incontestabili? Poiché è pubblicamente noto, che il Governo di Firenze stesso, per procurare di giustificare i suoi iniqui procedimenti, ha sempre allegata la tenacità del Santo Padre nel rifiutare d'entrare in negoziati e il non possumus opposto da Sua Santità a qualsivoglia trattativa che non tendesse a reintegrare pienamente i suoi di- ritti sovrani. Per altra parte non volendo che gli interessi della Chiesa avessero a soffrirne, Sua Santità non esitò punto ad espri-