DOCUMENTA DIPLOMATICA. 2 1 1

particeps fieret; tum ut rerum ad iustitiam pertinentium solutio- nem urgeret; tum denique ut plurima illa et varia impenderet of- ficia , quae et situs, et mutua regionis utriusque conditio postu- labant.

Quae hactenus dicta sunt, evidentissime probant, Pontificem Summum, si pactionem quamlibet ad mentem regis Viclorii Em- manuelis exhibitam constanter atque omnino respuit, ne conscien- tiae suae fucum faceret, iusiurandum violaret, atque iniusta prin* cipia ab eodem rege sancita ullatenus iuvaret; ex altera tamen parte numquam omisisse, consilia illa atque innovationes comiter excipere et exsecutioni mandare, quae subditorum relationes cum proximi regni civibus meliores efficerent, aut Ecclesiae utilitatem tueren- tur. Istiusmodi agendi rationes luculenter ostendunt, difficultates, in quas Italici Ministri Romae incurrerunt, quaeque Summo Pon- tifici culpae et crimini vertuntur, ex superiori quodam idearum ordine originem ducere, non autem ex mera illa ac perridicula aemulatione, quae bina inter finitima Gubernia quandoque solet effervere, quae tamen in praesenti casu ex inexcusabilibus antece-

sochè quotidiani che gli erano domandati a nome dell'Italia, dap- prima per mezzo dell'ambasciatore di Francia, di poi per la Lega- zione del Portogallo, sia per procedere all'arresto ed all'estradizio- ne dei malfattori rifugiati sul territorio pontificio, sia per ricevere comunicazioni degli atti dei tribunali civili o criminali, sia per sol- lecitare la soluzione degli affari pendenti nell'interesse della giu- stizia, sia finalmente per rendere quei servigi numerosi e variati che esigevano la posizione e la condizione rispettiva dei due paesi.

» Tutto ciò che precede, prova ad evidenza che, se il Santo Padre, per non tradire la sua coscienza, violare i suoi giuramenti e sancire in qualche modo i principii ingiusti proclamati dal Go- verno di Vittorio Emmanuele, rifiutò costantemente e assoluta- mente di venire ad accordi conformi alle viste di questo; d'altro canto però non lasciò di fare buona accoglienza e dar seguito alle proposte e alle riforme che erano tali da migliorare le relazioni de'suoi sudditi con quelli del Regno vicino o a proteggere gli interessi della Chiesa. Queste disposizioni mostrano evidente- mente che le difficoltà incontrate a Roma dal Gabinetto Italiano,