DOCUMENTA DIPLOMATICA* 215

Octobris pronunciati, ac si Europa, quae potentissimi Imperatoris thronum eversum conspexit, quatuor vix a simili ac solemniori mani- festatione mensibus elapsis, iam probe non noverit, quonam in pretio significationes istae sint habendae, quidque insit ponderis huiusce generis argumento. Ad haec porro laudatum Ministrum confugisse eo vel magis mirum est, quod nemini prae illo magis persuasum esse deberet, hanc ipsam Europam, quae quidquid per decem an- norum lapsum accidit in Italia, penitus noscit; quae minime igno- rat, quibus mediis moralibus et artificiis uti soleat Italicum Guber- nium ad praestitutum sibi scopum attingendum; quaeque adaequa- tum tulit iudicium de praeterita eiusdem Gubernii agendi ratione; hanc, inquam, Europam difficilius inductum iri ad huius argumenti vim admittendam, minusque praecipitanter suasum iri, res eo pror- sus modo, ac ipse exponit, sese habuisse. Sed quamvis haberi haud velit ratio eorum, quae annum 1867 praecesserunt, quaeque eo ipso tempore evenerunt; satis tamen abunde foret animadvertere, Ro- manos verae voluntatis suae suarumque propriarum intentionum luculentius ac tutius testimonium edidisse, quum, septo nuper a

la quale vide rovesciato il trono di un potente monarca scorsi appena quattro mesi da una consimile e più solenne manifesta- zione, oramai non sappia qual peso convenga dare a dimostra- zioni di tal genere, e qual forza si abbia un argomento cosiffatto: e reca tanto più sorpresa che il signor ministro vi abbia avuto ricorso, in quantochè niuno meglio di lui dovrebb' essere intima- mente convinto che questa stessa Europa, la quale è consapevole di quanto accadde in Italia pel lasso di un decennio, che non ignora di quali mezzi morali ed artificii soglia far uso il governo italiano allorquando vuol raggiungere uno scopo, e portò adequato giudizio sulla passata sua condotta, più difficilmente s'indurrà ad ammettere il valore di quest'argomento e meh correntemente vorrà persuadersi che le cose siansi passate nel modo da lui rap- presentato. Ed ammesso peranco che non si volesse aver ragione degli avvenimenti anteriori al Í867, e di quelli che in detta epoca si verificarono, basterebbe far presente che i Romani diedero del vero loro spirito e delle reali loro intenzioni ben più luminosa e sicura testimonianza quando, circondato or ora il territorio Pon-