Mi DOCUMENTA DIPLOMÁTICA.

catholico terrarum orbi enuntiatur; ac Princeps eiusque uxor se populo exhibuere. Illud quoque in votis erat, ut longo funalium ordine Urbis domus noctem vincerent; ast neglexere cives desiderio huiusmodi respondere, ita ut Urbs omnino occulta tenebris latuerit.

Haec dum fiebant, arcis tormenta reboabant, et campana aera Capitola tamquam in die festo pulsata, Urbi catholici orbis principi adventum nuntiabant filii natu maximi Victorii Emmanuelis, eius nempe regis, qui Summum Pontificem, Regem, communem fidelium Patrem in lacrimabilem illum statum redegit, in quo versatur imprae- sentiarum. Abstineo hic a disserendo fusius loquendoque de sensibus, quos necessario debuit inducere nova haec iniuria supremis Beatis- simi Patris iuribus, dignitatique Pontificis illata. Si probus quisque vir summo est affectus moerore, pronum sane est mente concipere, Sanctissimi Patris animum acerbiori quoque dolore singulis tormen- torum atque aeris ictibus fuisse perculsum, qui in eius mentem revo- cabant non iam omnimodam perpessam exspoliationem, quam mala illa gravissima, quae in religionem et Ecclesiam inde promanant.

e il Principe e la Principessa si mostrarono al popolo. Alla sera volevasi che le case fossero illuminate; ma gli abitanti non si curarono di rispondere a quest'esigenza, in guisa che la città ri mase immersa affatto nelle tenebre.

» Mentre ciò accadeva, udivasi rimbombare il cannone dei fòrti, e le campane del Campidoglio, suonate come per un giorno di festa, annunziavano alla capitale del mondo cristiano l'arrivo del figlio primogenito di Vittorio Emmanuele, di quel Re che ha ridotto il Sommo Pontefice, il Sovrano, il Padre comune dei fe- deli, a quel doloroso stato nel quale si trova presentemente, lo mi astengo di fare commenti, e di parlare delle impressioni che dovette necessàriamente produrre questo nuovo oltraggio fatto ai diritti sovrani del Santo Padre e alla dignità del Pontefice. Se tutte le persone dabbene ne rimasero profondamente afflitte, egli è facile immaginare, che il cuore di Sua Santità dovette es- sere ben più dolorosamente trafitto da ogni colpo di cannone e di campana, che gli ricordava meno ancora la sua intiera spo- gliazione, che non i mali estremamente gravi che ne risultano per la religione e per la Chiesa.