suum propositum adhortationem sumpsit apostoli Pauli ad Timotheum:
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Acta Benedicti Pp. XVI 39
della vita, la disponibilità ad accogliere l'altro e, se necessario, a perdonarlo.
Per questo la famiglia è la prima e insostituibile educatrice alla pace. Non
meraviglia quindi che la violenza, se perpetrata in famiglia, sia percepita
come particolarmente intollerabile. Pertanto, quando si afferma che la fami-
glia è « la prima e vitale cellula della società »,6 si dice qualcosa di essenziale.
La famiglia è fondamento della società anche per questo: perché permette di
fare determinanti esperienze di pace. Ne consegue che la comunità umana non
può fare a meno del servizio che la famiglia svolge. Dove mai l'essere umano
in formazione potrebbe imparare a gustare il « sapore » genuino della pace
meglio che nel « nido » originario che la natura gli prepara? Il lessico familiare
è un lessico di pace; lı̀ è necessario attingere sempre per non perdere l'uso del
vocabolario della pace. Nell'inflazione dei linguaggi, la società non può per-
dere il riferimento a quella « grammatica » che ogni bimbo apprende dai gesti e
dagli sguardi della mamma e del papà, prima ancora che dalle loro parole.
4. La famiglia, poiché ha il dovere di educare i suoi membri, è titolare di
specifici diritti. La stessa Dichiarazione universale dei diritti umani, che co-
stituisce un'acquisizione di civiltà giuridica di valore veramente universale,
afferma che « la famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e
ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato ».7 Da parte sua, la
Santa Sede ha voluto riconoscere una speciale dignità giuridica alla famiglia
pubblicando la Carta dei diritti della famiglia. Nel Preambolo si legge: « I di-
ritti della persona, anche se espressi come diritti dell'individuo, hanno una
fondamentale dimensione sociale, che trova nella famiglia la sua nativa e
vitale espressione ».8 I diritti enunciati nella Carta sono espressione ed espli-
citazione della legge naturale, iscritta nel cuore dell'essere umano e a lui
manifestata dalla ragione. La negazione o anche la restrizione dei diritti della
famiglia, oscurando la verità sull'uomo, minaccia gli stessi fondamenti della
pace.
5. Pertanto, chi anche inconsapevolmente osteggia l'istituto familiare
rende fragile la pace nell'intera comunità, nazionale e internazionale, perché
indebolisce quella che, di fatto, è la principale « agenzia » di pace. È questo un
punto meritevole di speciale riflessione: tutto ciò che contribuisce a indebolire
6 Conc. Vat. II, Decr. Apostolicam actuositatem, 11. 7 Art. 16/3. 8 Pontificio Consiglio per la Famiglia, Carta dei diritti della famiglia, 24 novembre 1983,
Preambolo, A.