Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale368
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale370
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale372
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale374
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale376
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale378
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale380
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale382
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale384
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale386
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale388
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale390
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale392
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale394
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale396
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale398
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale400
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale402
alla grande tradizione della Chiesa contro gli influssi esercitati dalla musica
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale406
Congregatio pro Doctrina Fidei 407
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale408
Congregatio pro Doctrina Fidei 409
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale410
Congregatio pro Doctrina Fidei 411
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale412
Congregatio pro Doctrina Fidei 413
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale414
Congregatio pro Doctrina Fidei 415
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale416
Congregatio pro Doctrina Fidei 417
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale418
Congregatio pro Doctrina Fidei 419
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale420
Congregatio de Causis Sanctorum 421
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale422
Congregatio de Causis Sanctorum 423
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale424
Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 425
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale426
Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 427
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale370
Cari fratelli e sorelle! Sono venuto tra voi come Vescovo di Roma e con-
tinuatore del ministero di Pietro, per confermarvi nella fedeltà al Vangelo e
nella comunione. Sono venuto per condividere con i Vescovi e i Presbiteri
l'ansia dell'annuncio missionario, che tutti ci deve coinvolgere in un serio e
ben coordinato servizio alla causa del Regno di Dio. Voi, oggi qui presenti,
rappresentate le Comunità ecclesiali nate dalla Chiesa madre di Aquileia.
Come in passato, quando quelle Chiese si distinsero per il fervore apostolico
e il dinamismo pastorale, cosı̀ anche oggi occorre promuovere e difendere con
coraggio la verità e l'unità della fede. Occorre rendere conto della speranza
cristiana all'uomo moderno, sopraffatto non di rado da vaste ed inquietanti
problematiche che pongono in crisi i fondamenti stessi del suo essere e del
suo agire.
Voi vivete in un contesto nel quale il Cristianesimo si presenta come la
fede che ha accompagnato, nei secoli, il cammino di tanti popoli, anche
attraverso persecuzioni e prove molto dure. Di questa fede sono eloquente
espressione le molteplici testimonianze disseminate ovunque: le chiese, le
opere d'arte, gli ospedali, le biblioteche, le scuole; l'ambiente stesso delle
vostre città, come pure delle campagne e delle montagne, tutte costellate
di riferimenti a Cristo. Eppure, oggi questo essere di Cristo rischia di svuo-
tarsi della sua verità e dei suoi contenuti più profondi; rischia di diventare un
orizzonte che solo superficialmente - e negli aspetti piuttosto sociali e cul-
turali -, abbraccia la vita; rischia di ridursi ad un cristianesimo nel quale
l'esperienza di fede in Gesù crocifisso e risorto non illumina il cammino del-
l'esistenza, come abbiamo ascoltato nel Vangelo odierno a proposito dei due
discepoli di Emmaus, i quali, dopo la crocifissione di Gesù, facevano ritorno a
casa immersi nel dubbio, nella tristezza e nella delusione. Tale atteggiamento
tende, purtroppo, a diffondersi anche nel vostro territorio: questo avviene
quando i discepoli di oggi si allontanano dalla Gerusalemme del Crocifisso e
del Risorto, non credendo più nella potenza e nella presenza viva del Signore.
Il problema del male, del dolore e della sofferenza, il problema dell'ingiustizia
e della sopraffazione, la paura degli altri, degli estranei e dei lontani che
giungono nelle nostre terre e sembrano attentare a ciò che noi siamo, portano
i cristiani di oggi a dire con tristezza: noi speravamo che il Signore ci liberasse
dal male, dal dolore, dalla sofferenza, dalla paura, dall'ingiustizia.
È necessario, allora, per ciascuno di noi, come è avvenuto ai due discepoli
di Emmaus, lasciarsi istruire da Gesù: innanzitutto, ascoltando e amando la
Parola di Dio, letta nella luce del Mistero Pasquale, perché riscaldi il nostro