Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale368
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale402
alla grande tradizione della Chiesa contro gli influssi esercitati dalla musica
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale406
Congregatio pro Doctrina Fidei 407
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Congregatio pro Doctrina Fidei 409
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale410
Congregatio pro Doctrina Fidei 411
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Congregatio pro Doctrina Fidei 413
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Congregatio pro Doctrina Fidei 415
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale416
Congregatio pro Doctrina Fidei 417
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Congregatio pro Doctrina Fidei 419
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Congregatio de Causis Sanctorum 421
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Congregatio de Causis Sanctorum 423
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Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 425
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Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 427
Acta Benedicti Pp. XVI 387
contemporaneamente il Pontificio Consiglio per la Famiglia e il vostro Pon-
tificio Istituto; due Organismi che mostrano come egli fosse fermamente
persuaso dell'importanza decisiva della famiglia per la Chiesa e per la Società.
Saluto i rappresentanti della vostra grande comunità sparsa ormai in tutti i
Continenti, come pure la benemerita Fondazione per matrimonio e famiglia
che ho creato per sostenere la vostra missione. Ringrazio il Preside, Mons.
Melina, per le parole che mi ha rivolto a nome di tutti. Il nuovo Beato
Giovanni Paolo II, che, come è stato ricordato, proprio trent'anni fa subı̀ il
terribile attentato in Piazza San Pietro, vi ha affidato, in particolare, per lo
studio, la ricerca e la diffusione, le sue « Catechesi sull'amore umano », che
contengono una profonda riflessione sul corpo umano. Coniugare la teologia
del corpo con quella dell'amore per trovare l'unità del cammino dell'uomo:
ecco il tema che vorrei indicarvi come orizzonte per il vostro lavoro.
Poco dopo la morte di Michelangelo, Paolo Veronese fu chiamato davanti
all'Inquisizione, con l'accusa di aver dipinto figure inappropriate intorno
all'Ultima Cena. Il pittore rispose che anche nella Cappella Sistina i corpi
erano rappresentati nudi, con poca riverenza. Fu proprio l'inquisitore che
prese la difesa di Michelangelo con una risposta diventata famosa: « Non sai
che in queste figure non vi è cosa se non di spirito? ». Da moderni facciamo
fatica a capire queste parole, perché il corpo ci appare come materia inerte,
pesante, opposta alla conoscenza e alla libertà proprie dello spirito. Ma i corpi
dipinti da Michelangelo sono abitati da luce, vita, splendore. Voleva mostrare
cosı̀ che i nostri corpi nascondono un mistero. In essi lo spirito si manifesta e
opera. Sono chiamati ad essere corpi spirituali, come dice san Paolo.1 Ci
possiamo allora chiedere: può questo destino del corpo illuminare le tappe
del suo cammino? Se il nostro corpo è chiamato ad essere spirituale, non
dovrà essere la sua storia quella dell'alleanza tra corpo e spirito? Infatti,
lungi dall'opporsi allo spirito, il corpo è il luogo dove lo spirito può abitare.
Alla luce di questo è possibile capire che i nostri corpi non sono materia
inerte, pesante, ma parlano, se sappiamo ascoltare, il linguaggio dell'amore
vero.
La prima parola di questo linguaggio si trova nella creazione dell'uomo. Il
corpo ci parla di un'origine che noi non abbiamo conferito a noi stessi. « Mi hai
tessuto nel seno di mia madre », dice il Salmista al Signore.2 Possiamo affer-
mare che il corpo, nel rivelarci l'Origine, porta in sé un significato filiale,
1 Cfr. 1 Cor 15, 44. 2 Sal 139, 13.