2. Franciscus López-Gasco Fernández-Largo, presbyter. Natus est die IV
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deque futuris usibus concretis, qui oriri forsan possunt in therapeutica arte,
generale quod prohibet quin therapeuticus interventus fiat antequam certo
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Acta Benedicti Pp. XVI 841
In questo contesto, la cura del bambino malato rappresenta un argomento
che non può non suscitare l'attento interesse di quanti si dedicano alla pa-
storale della salute. Un'accurata analisi dell'attuale stato delle cose è indi-
spensabile per intraprendere, o continuare, una decisa azione tesa a prevenire
per quanto possibile le malattie e, quando esse sono in atto, a curare i piccoli
ammalati mediante i più moderni ritrovati della scienza medica, come pure a
promuovere migliori condizioni igienico-sanitarie soprattutto nei Paesi meno
fortunati. La sfida è oggi scongiurare l'insorgenza di non poche patologie una
volta tipiche dell'infanzia e, complessivamente, favorire la crescita, lo svilup-
po e il mantenimento di un conveniente stato di salute per tutti i bambini.
In questa vasta azione sono tutti coinvolti: famiglie, medici e operatori
sociali e sanitari. La ricerca medica si trova talora di fronte a scelte difficili
quando si tratta, ad esempio, di raggiungere un giusto equilibrio tra insisten-
za e desistenza terapeutica per assicurare quei trattamenti adeguati ai reali
bisogni dei piccoli pazienti, senza cedere alla tentazione dello sperimentali-
smo. Non è superfluo ricordare che al centro di ogni intervento medico deve
esserci sempre il conseguimento del vero bene del bambino, considerato nella
sua dignità di soggetto umano con pieni diritti. Di lui pertanto occorre pren-
dersi cura sempre con amore, per aiutarlo ad affrontare la sofferenza e la
malattia, anche prima della nascita, nella misura adeguata alla sua situazione.
Tenendo poi conto dell'impatto emotivo, dovuto alla malattia e ai trat-
tamenti a cui il bambino viene sottoposto, che non raramente risultano par-
ticolarmente invasivi, è importante assicurargli una comunicazione costante
con i familiari. Se gli operatori sanitari, medici e infermieri, sentono il peso
della sofferenza dei piccoli pazienti che assistono, si può ben immaginare
quanto più forte sia il dolore vissuto dai genitori! L'aspetto sanitario e quello
umano non vanno mai dissociati, ed ogni struttura assistenziale e sanitaria,
soprattutto se animata da genuino spirito cristiano, ha il dovere di offrire il
meglio della competenza e dell'umanità. Il malato, in modo speciale il bam-
bino, comprende particolarmente il linguaggio della tenerezza e dell'amore,
espresso attraverso un servizio premuroso, paziente e generoso, animato nei
credenti dal desiderio di manifestare la stessa predilezione che Gesù nutriva
per i piccoli.
«Maxima debetur puero reverentia »: 1 già gli antichi riconoscevano l'impor-
tanza di rispettare il bambino, dono e bene prezioso per la società, al quale va
1 Giovenale, Satira XIV, v. 479.