876 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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930 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
932 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Gentium Evangelizatione 933
934 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatiopro Gentium Evangelizatione 935
936 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatiopro Gentium Evangelizatione 937
938 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 939
940 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 941
942 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 943
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tare motivo di scontro, ma apre al confronto costruttivo. Questo significa
comprendere e valorizzare le ricchezze dell'altro, considerandolo non con
indifferenza o con timore, ma come fattore di crescita. Le dinamiche che
regolano i rapporti tra persone, tra gruppi, tra Nazioni spesso non sono di
vicinanza, di incontro, ma di scontro. Mi richiamo ancora al brano evange-
lico. Quando Gesù si avvicina ai due discepoli di Emmaus, condivide il loro
cammino, ascolta la loro lettura della realtà, la loro delusione, e dialoga
con loro; proprio in questo modo riaccende nei loro cuori la speranza,
apre nuovi orizzonti che erano già presenti, ma che solo l'incontro con il
Risorto permette di riconoscere. Non abbiate mai paura dell'incontro, del
dialogo, del confronto, anche tra Università. A tutti i livelli. Qui siamo nella
sede della Facoltà Teologica. Permettetemi di dirvi: non abbiate timore di
aprirvi anche agli orizzonti della trascendenza, all'incontro con Cristo o di
approfondire il rapporto con Lui. La fede non riduce mai lo spazio della
ragione, ma lo apre ad una visione integrale dell'uomo e della realtà, e
difende dal pericolo di ridurre l'uomo a « materiale umano ».
c. Un ultimo elemento: l'Università come luogo di formazione alla soli-
darietà. La parola solidarietà non appartiene solo al vocabolario cristiano,
è una parola fondamentale del vocabolario umano. Come ho detto oggi, è
una parola che in questa crisi rischia di essere cancellata dal dizionario. Il
discernimento della realtà, assumendo il momento di crisi, la promozione di
una cultura dell'incontro e del dialogo, orientano verso la solidarietà, come
elemento fondamentale per un rinnovamento delle nostre società. L'incontro,
il dialogo tra Gesù e i due discepoli di Emmaus, che riaccende la speranza
e rinnova il cammino della loro vita, porta alla condivisione: lo riconobbero
nello spezzare il pane. È il segno dell'Eucaristia, di Dio che si fa così vicino
in Cristo da farsi presenza costante, da condividere la sua stessa vita. E
questo dice a tutti, anche a chi non crede, che è proprio in una solidarietà
non detta, ma vissuta, che i rapporti passano dal considerare l'altro come
« materiale umano » o come « numero », al considerarlo come persona. Non
c'è futuro per nessun Paese, per nessuna società, per il nostro mondo, se
non sapremo essere tutti più solidali. Solidarietà quindi come modo di fare
la storia, come ambito vitale in cui i conflitti, le tensioni, anche gli opposti
raggiungono un'armonia che genera vita. In questo, pensando a questa realtà
dell'incontro nella crisi, ho trovato nei politici giovani un'altra maniera di
pensare la politica. Non dico migliore o non migliore ma un'altra maniera.