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una volta, ma non in genere non c'è. L'altro pericolo, che è una tentazione
molto forte e ne ho parlato parecchie volte, è il clericalismo. E questo è
molto forte. Pensiamo che oggi più del 60 per cento delle parrocchie -
delle diocesi non so, ma solo un po' meno - non hanno il consiglio per gli
affari economici e il consiglio pastorale. Questo cosa vuol dire? Che quella
parrocchia e quella diocesi è guidata con uno spirito clericale, soltanto dal
prete, che non attua quella sinodalità parrocchiale, quella sinodalità dioce-
sana, che non è una novità di questo Papa. No! È nel Diritto Canonico, è
un obbligo che ha il parroco di avere il consiglio dei laici, per e con laici,
laiche e religiose per la pastorale e per gli affari economici. E questo non
lo fanno. E questo è il pericolo del clericalismo oggi nella Chiesa. Dobbiamo
andare avanti e togliere questo pericolo, perché il sacerdote è un servitore
della comunità, il vescovo è un servitore della comunità, ma non è il capo
di una ditta. No! Questo è importante. In America Latina, per esempio, il
clericalismo è molto forte, molto marcato. I laici non sanno che cosa fare,
se non domandano al prete… È molto forte. E per questo la consapevolezza
del ruolo dei laici in America Latina è molto in ritardo. Si è salvato un
po' di questo solo nella pietà popolare: perché il protagonista è il popolo
e il popolo ha fatto le cose come venivano; e ai preti quell'aspetto non
interessava tanto, e qualcuno non vedeva di buon occhio questo fenomeno
della pietà popolare. Ma il clericalismo è un atteggiamento negativo. Ed
è complice, perché si fa in due, come il Tango che si balla in due… Cioè:
il sacerdote che vuole clericalizzare il laico, la laica, il religioso e la reli-
giosa, il laico che chiede per favore di essere clericalizzato, perché è più
comodo. È curioso questo. Io, a Buenos Aires, ho avuto questa esperienza
tre o quattro volte: un parroco bravo, che viene e mi dice « Sa, io ho un
laico bravissimo in parrocchia: fa questo, fa questo, sa organizzare, si dà da
fare, è davvero un uomo di valore… Lo facciamo diacono? ». Cioè: lo « cleri-
calizziamo? ». « No! Lascia che rimanga laico. Non farlo diacono ». Questo è
importante. A voi succede questo, che il clericalismo tante volte vi frena
nello sviluppo lecito della cosa. Io chiederò - e forse alla Presidente lo
farò arrivare - alla Congregazione per il Culto che spieghi bene, in modo
approfondito, quello che ho detto un po' leggermente sulla predicazione
nella Celebrazione Eucaristica. Perché non ho la teologia e la chiarezza
sufficiente per spiegarlo adesso. Ma bisogna distinguere bene: una cosa è la
predicazione in una Liturgia della Parola, e questo si può fare; altra cosa è