2. Franciscus López-Gasco Fernández-Largo, presbyter. Natus est die IV
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deque futuris usibus concretis, qui oriri forsan possunt in therapeutica arte,
generale quod prohibet quin therapeuticus interventus fiat antequam certo
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metafisico della legge naturale è quasi assente, incomprensibile. Tanto più,
vedendo questa sua fondamentale importanza per le nostre società, per la
vita umana, è necessario che sia di nuovo riproposto e reso comprensibile nel
contesto del nostro pensiero questo concetto: il fatto, cioè, che l'essere stesso
porta in sé un messaggio morale e un'indicazione per le strade del diritto.
Riguardo poi al terzo tema, Senso e metodo della Teologia, che è stato in
questo quinquennio Vostro particolare oggetto di studio, mi preme sottoli-
neare la sua rilevanza e attualità. In una « società planetaria » com'è quella
che oggi va formandosi, ai teologi viene chiesto dall'opinione pubblica so-
prattutto di promuovere il dialogo tra le religioni e le culture, di contribuire
allo sviluppo di un'etica che abbia come proprie coordinate di fondo la pace,
la giustizia, la difesa dell'ambiente naturale. E si tratta realmente di beni
fondamentali. Ma una teologia limitata a questi obiettivi nobili perderebbe
non solo la sua propria identità, ma il fondamento stesso di questi beni. La
prima priorità della teologia, come indica già il suo nome, è parlare di Dio,
pensare Dio. E la teologia parla di Dio non come di una ipotesi del nostro
pensiero. Parla di Dio perché Dio stesso ha parlato con noi. Il vero lavoro
della teologia è entrare nella Parola di Dio, cercare di capirla per quanto
possibile e di farla capire al nostro mondo, e trovare cosı̀ le risposte alle nostre
grandi domande. In questo lavoro appare anche che la fede non solo non è
contraria alla ragione, ma apre gli occhi della ragione, allarga il nostro oriz-
zonte e ci permette di trovare le risposte necessarie alle sfide dei diversi
tempi.
Dal punto di vista oggettivo, la verità è la Rivelazione di Dio in Cristo Gesù,
che richiede come risposta l'obbedienza della fede in comunione con la Chiesa
e il suo Magistero. Recuperata cosı̀ l'identità della teologia, intesa come
riflessione argomentata, sistematica e metodica sulla Rivelazione e sulla fede,
anche la questione del metodo viene illuminata. Il metodo in teologia non
potrà costituirsi solo in base ai criteri e alle norme comuni alle altre scienze,
ma dovrà osservare innanzitutto i principi e le norme che derivano dalla
Rivelazione e dalla fede, dal fatto che Dio ha parlato.
Dal punto di vista soggettivo, cioè dal punto di vista di colui che fa teologia,
la virtù fondamentale del teologo è di cercare l'obbedienza alla fede, l'umiltà
della fede che apre i nostri occhi: questa umiltà che rende il teologo collabo-
ratore della verità. In questo modo non accadrà che egli parli di se stesso;
interiormente purificato dall'obbedienza alla verità, arriverà invece a far sı̀
che la Verità stessa, che il Signore possa parlare tramite il teologo e la teo-