876 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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914 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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920 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
922 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
924 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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928 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
930 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
932 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Gentium Evangelizatione 933
934 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatiopro Gentium Evangelizatione 935
936 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatiopro Gentium Evangelizatione 937
938 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 939
940 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 941
942 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 943
944 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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Io parlerò di tre cose: uno, due e tre, come facevano i vecchi gesuiti…
uno, due e tre!
1. Prima di tutto, ripartire da Cristo significa avere familiarità con
Lui, avere questa familiarità con Gesù: Gesù lo raccomanda con insistenza
ai discepoli nell'Ultima Cena, quando si avvia a vivere il dono più alto di
amore, il sacrificio della Croce. Gesù utilizza l'immagine della vite e dei
tralci e dice: rimanete nel mio amore, rimanete attaccati a me, come il
tralcio è attaccato alla vite. Se siamo uniti a Lui possiamo portare frutto,
e questa è la familiarità con Cristo. Rimanere in Gesù! È un rimanere at-
taccati a Lui, dentro di Lui, con Lui, parlando con Lui: rimanere in Gesù.
La prima cosa, per un discepolo, è stare con il Maestro, ascoltarlo, impa-
rare da Lui. E questo vale sempre, è un cammino che dura tutta la vita.
Ricordo, tante volte in diocesi, nell'altra diocesi che avevo prima, di aver
visto alla fine dei corsi nel seminario catechistico, i catechisti che uscivano
dicendo: « Ho il titolo di catechista! ». Quello non serve, non hai niente, hai
fatto una piccola stradina! Chi ti aiuterà? Questo vale sempre! Non è un
titolo, è un atteggiamento: stare con Lui; e dura tutta la vita! È uno stare
alla presenza del Signore, lasciarsi guardare da Lui. Io vi domando: Come
state alla presenza del Signore? Quando vai dal Signore, guardi il Taberna-
colo, che cosa fate? Senza parole… Ma io dico, dico, penso, medito, sento…
Molto bene! Ma tu ti lasci guardare dal Signore? Lasciarci guardare dal
Signore. Lui ci guarda e questa è una maniera di pregare. Ti lasci guardare
dal Signore? Ma come si fa? Guardi il Tabernacolo e ti lasci guardare… è
semplice! È un po' noioso, mi addormento... Addormentati, addormenta-
ti! Lui ti guarderà lo stesso, Lui ti guarderà lo stesso. Ma sei sicuro che
Lui ti guarda! E questo è molto più importante del titolo di catechista: è
parte dell'essere catechista. Questo scalda il cuore, tiene acceso il fuoco
dell'amicizia col Signore, ti fa sentire che Lui veramente ti guarda, ti è
vicino e ti vuole bene. In una delle uscite che ho fatto, qui a Roma, in una
Messa, si è avvicinato un signore, relativamente giovane, e mi ha detto:
« Padre, piacere di conoscerla, ma io non credo in niente! Non ho il dono
della fede! ». Capiva che era un dono. « Non ho il dono della fede! Che cosa
mi dice lei? ». « Non ti scoraggiare. Lui ti vuole bene. Lasciati guardare da
Lui! Niente di più ». E questo lo dico a voi: lasciatevi guardare dal Signore!
Capisco che per voi non è così semplice: specialmente per chi è sposato