876 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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898 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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904 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
906 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
908 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
910 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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914 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
916 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
918 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
920 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
922 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
924 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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928 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
930 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
932 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Gentium Evangelizatione 933
934 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatiopro Gentium Evangelizatione 935
936 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatiopro Gentium Evangelizatione 937
938 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 939
940 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 941
942 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 943
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Acta Francisci Pp. 909
e ha figli, è difficile trovare un tempo lungo di calma. Ma, grazie a Dio,
non è necessario fare tutti nello stesso modo; nella Chiesa c'è varietà di
vocazioni e varietà di forme spirituali; l'importante è trovare il modo adatto
per stare con il Signore; e questo si può, è possibile in ogni stato di vita.
In questo momento ognuno può domandarsi: come vivo io questo « stare »
con Gesù? Questa è una domanda che vi lascio: « Come vivo io questo stare
con Gesù, questo rimanere in Gesù? ». Ho dei momenti in cui rimango alla
sua presenza, in silenzio, mi lascio guardare da Lui? Lascio che il suo fuoco
riscaldi il mio cuore? Se nel nostro cuore non c'è il calore di Dio, del suo
amore, della sua tenerezza, come possiamo noi, poveri peccatori, riscaldare
il cuore degli altri? Pensate a questo!
2. Il secondo elemento è questo. Secondo: ripartire da Cristo significa
imitarlo nell'uscire da sé e andare incontro all'altro. Questa è un'esperienza
bella, e un po' paradossale. Perché? Perché chi mette al centro della propria
vita Cristo, si decentra! Più ti unisci a Gesù e Lui diventa il centro della
tua vita, più Lui ti fa uscire da te stesso, ti decentra e ti apre agli altri.
Questo è il vero dinamismo dell'amore, questo è il movimento di Dio stesso!
Dio è il centro, ma è sempre dono di sé, relazione, vita che si comunica…
Così diventiamo anche noi se rimaniamo uniti a Cristo, Lui ci fa entrare
in questo dinamismo dell'amore. Dove c'è vera vita in Cristo, c'è apertura
all'altro, c'è uscita da sé per andare incontro all'altro nel nome di Cristo.
E questo è il lavoro del catechista: uscire continuamente da sé per amore,
per testimoniare Gesù e parlare di Gesù, predicare Gesù. Questo è impor-
tante perché lo fa il Signore: è proprio il Signore che ci spinge a uscire.
Il cuore del catechista vive sempre questo movimento di « sistole - dia-
stole »: unione con Gesù - incontro con l'altro. Sono le due cose: io mi
unisco a Gesù ed esco all'incontro con gli altri. Se manca uno di questi due
movimenti non batte più, non può vivere. Riceve in dono il kerigma, e a
sua volta lo offre in dono. Questa parolina: dono. Il catechista è cosciente
che ha ricevuto un dono, il dono della fede e lo dà in dono agli altri. E
questo è bello. E non se ne prende per sé la percentuale! Tutto quello che
riceve lo dà! Questo non è un affare! Non è un affare! È puro dono: dono
ricevuto e dono trasmesso. E il catechista è lì, in questo incrocio di dono.
È così nella natura stessa del kerigma: è un dono che genera missione,
che spinge sempre oltre se stessi. San Paolo diceva: « L'amore di Cristo ci