2. Franciscus López-Gasco Fernández-Largo, presbyter. Natus est die IV
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deque futuris usibus concretis, qui oriri forsan possunt in therapeutica arte,
generale quod prohibet quin therapeuticus interventus fiat antequam certo
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NUNTII
I
Ad Academias Pontificias.
Al venerato Fratello Mons. Gianfranco Ravasi
Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura
Mi è gradito inviare a Lei ed al Consiglio di Coordinamento delle Pontificie
Accademie il mio cordiale saluto in occasione dell'annuale Seduta pubblica,
appuntamento tradizionale per dare risalto alle attività promosse con impe-
gno e generosa dedizione da ciascuna Accademia, e momento di incontro e di
condivisione tra Istituzioni diverse animate da un obiettivo comune: servire
la persona umana, per farne risaltare lo splendore e le responsabilità, l'armo-
nia e la missione. Sono lieto di estendere il mio saluto ai Signori Cardinali, ai
Vescovi, ai Sacerdoti, ai Signori Ambasciatori ed ai Rappresentanti di ogni
Pontificia Accademia riuniti per questo atto solenne e familiare.
Per questa Tredicesima Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie la
Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon,
che organizza quest'anno l'evento, ha scelto come tema: Universalità della
bellezza: estetica ed etica a confronto, un argomento quanto mai significativo
per approfondire il rapporto o, meglio, il dialogo tra estetica ed etica, tra
bellezza ed agire umano, dialogo tanto necessario quanto talvolta dimenti-
cato o eluso.
La necessità e l'urgenza di un rinnovato dialogo tra estetica ed etica, tra
bellezza, verità e bontà, ci vengono riproposte non solo dall'attuale dibattito
culturale ed artistico, ma anche dalla realtà quotidiana. A diversi livelli,
infatti, emerge drammaticamente la scissione, e talvolta il contrasto tra le
due dimensioni, quella della ricerca della bellezza, compresa però riduttiva-
mente come forma esteriore, come apparenza da perseguire a tutti i costi, e
quella della verità e bontà delle azioni che si compiono per realizzare una
certa finalità. Infatti, una ricerca della bellezza che fosse estranea o avulsa
dall'umana ricerca della verità e della bontà si trasformerebbe, come pur-
troppo succede, in mero estetismo, e, soprattutto per i più giovani, in un
itinerario che sfocia nell'effimero, nell'apparire banale e superficiale o addi-
rittura in una fuga verso paradisi artificiali, che mascherano e nascondono il
vuoto e l'inconsistenza interiore. Tale apparente e superficiale ricerca non