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agli umili, in una carità pastorale che fa liberi e solidali. Servo della vita,
cammina con il cuore e il passo dei poveri; è reso ricco dalla loro frequen-
tazione. È un uomo di pace e di riconciliazione, un segno e uno strumento
della tenerezza di Dio, attento a diffondere il bene con la stessa passione
con cui altri curano i loro interessi.
Il segreto del nostro presbitero - voi lo sapete bene! - sta in quel roveto
ardente che ne marchia a fuoco l'esistenza, la conquista e la conforma a
quella di Gesù Cristo, verità definitiva della sua vita. È il rapporto con Lui
a custodirlo, rendendolo estraneo alla mondanità spirituale che corrompe,
come pure a ogni compromesso e meschinità. È l'amicizia con il suo Signore
a portarlo ad abbracciare la realtà quotidiana con la fiducia di chi crede
che l'impossibilità dell'uomo non rimane tale per Dio.
2. Diventa così più immediato affrontare anche le altre domande da cui
siamo partiti. Per chi impegna il servizio il nostro presbitero? La domanda,
forse, va precisata. Infatti, prima ancora di interrogarci sui destinatari del
suo servizio, dobbiamo riconoscere che il presbitero è tale nella misura in
cui si sente partecipe della Chiesa, di una comunità concreta di cui con-
divide il cammino. Il popolo fedele di Dio rimane il grembo da cui egli è
tratto, la famiglia in cui è coinvolto, la casa a cui è inviato. Questa comune
appartenenza, che sgorga dal Battesimo, è il respiro che libera da un'auto-
referenzialità che isola e imprigiona: « Quando il tuo battello comincerà a
mettere radici nell'immobilità del molo - richiamava Dom Hélder Câmara
- prendi il largo! ». Parti! E, innanzitutto, non perché hai una missione da
compiere, ma perché strutturalmente sei un missionario: nell'incontro con
Gesù hai sperimentato la pienezza di vita e, perciò, desideri con tutto te
stesso che altri si riconoscano in Lui e possano custodire la sua amicizia,
nutrirsi della sua parola e celebrarLo nella comunità.
Colui che vive per il Vangelo, entra così in una condivisione virtuosa: il
pastore è convertito e confermato dalla fede semplice del popolo santo di
Dio, con il quale opera e nel cui cuore vive. Questa appartenenza è il sale
della vita del presbitero; fa sì che il suo tratto distintivo sia la comunione,
vissuta con i laici in rapporti che sanno valorizzare la partecipazione di
ciascuno. In questo tempo povero di amicizia sociale, il nostro primo com-
pito è quello di costruire comunità; l'attitudine alla relazione è, quindi, un
criterio decisivo di discernimento vocazionale.