Baixa Grande do Ribeiro, Bertolı́nia, Canavieira, Colônia do Gurguéia, Elizeu
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modo que se despierte en cada bautizado el misionero que lleva dentro de sı́ y
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no in tutto il suo splendore e io penso che la grande musica nata nella Chiesa
sia un rendere udibile e percepibile la verità della nostra fede: dal gregoriano
alla musica delle cattedrali fino a Palestrina e alla sua epoca, fino a Bach e
quindi a Mozart e Bruckner e cosı̀ via ... Ascoltando tutte queste opere - le
Passioni di Bach, la sua Messa in sı̀ bemolle e le grandi composizioni spirituali
della polifonia del XVI secolo, della scuola viennese, di tutta la musica, anche
quella di compositori minori - improvvisamente sentiamo: è vero! Dove
nascono cose del genere, c'è la Verità. Senza un'intuizione che scopra il vero
centro creativo del mondo, non può nascere tale bellezza. Per questo penso
che dovremmo sempre fare in modo che le due cose siano insieme, portarle
insieme. Quando, in questa nostra epoca, discutiamo della ragionevolezza
della fede, discutiamo proprio del fatto che la ragione non finisce dove fini-
scono le scoperte sperimentali, essa non finisce nel positivismo; la teoria
dell'evoluzione vede la verità, ma ne vede soltanto metà: non vede che dietro
c'è lo Spirito della creazione. Noi stiamo lottando per l'allargamento della
ragione e quindi per una ragione che, appunto, sia aperta anche al bello e non
debba lasciarlo da parte come qualcosa di totalmente diverso e irragionevole.
L'arte cristiana è un'arte razionale - pensiamo all'arte del gotico o alla
grande musica o anche, appunto, alla nostra arte barocca - ma è espressione
artistica di una ragione molto ampliata, nella quale cuore e ragione si incon-
trano. Questo è il punto. Questo, penso, è in qualche modo la prova della
verità del cristianesimo: cuore e ragione si incontrano, bellezza e verità si
toccano. E quanto più noi stessi riusciamo a vivere nella bellezza della verità,
tanto più la fede potrà tornare ad essere creativa anche nel nostro tempo e ad
esprimersi in una forma artistica convincente.
Allora, caro Padre Hopfgartner, grazie per la domanda; cerchiamo di fare
in modo che le due categorie, quella estetica e quella noetica, siano unite e che
in questa grande ampiezza si manifesti l'interezza e la profondità della nostra
fede.
Willi Fusaro - Santo Padre, sono don Willi Fusaro, ho 42 anni e sono
ammalato dall'anno della mia ordinazione sacerdotale. Sono stato ordinato nel
giugno del 1991; poi nel settembre dello stesso anno ho avuto la diagnosi di
sclerosi multipla. Sono cooperatore parrocchiale presso la parrocchia del Corpus
Domini di Bolzano. Mi ha colpito molto la figura di Giovanni Paolo II, soprat-
tutto nell'ultimo tempo del suo pontificato, quando portava con coraggio e umiltà,
davanti al mondo intero, la sua umana debolezza.