ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Baixa Grande do Ribeiro, Bertolı́nia, Canavieira, Colônia do Gurguéia, Elizeu

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 modo que se despierte en cada bautizado el misionero que lleva dentro de sı́ y

 ACTA CONGREGATIONUM

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Si pone anche la domanda di come noi sacerdoti, di fronte alle nuove sfide,

possiamo aiutarci a vicenda in una comunità fraterna, e questo nei diversi livelli

di diocesi, decanato, unità pastorale e parrocchia.

La preghiamo, Santo Padre, di darci un buon consiglio per tutte queste

domande. Grazie!

Caro decano, Lei ha aperto tutto il fascio di domande che occupano e

preoccupano i pastori e noi tutti in questa nostra epoca e certamente Lei

sa che io non sono in grado di dare in questo momento una risposta a tutto.

Immagino che Lei avrà modo di ragionare ripetutamente di tutto questo

anche con il suo Vescovo, e noi a nostra volta ne parliamo nei Sinodi dei

Vescovi. Noi tutti, credo, abbiamo bisogno di questo dialogo tra di noi, del

dialogo della fede e della responsabilità, per trovare la retta via in questo

tempo sotto molti aspetti difficile per la fede e faticoso per i sacerdoti. Nes-

suno ha la ricetta pronta, stiamo cercando tutti insieme.

Con questa riserva, che cioè insieme a voi tutti mi trovo in mezzo a questo

processo di fatica e di lotta interiore, cercherò di dire qualche parola, appunto

come parte di un dialogo più ampio.

Nella mia risposta vorrei considerare due aspetti fondamentali. Da un

lato, l'insostituibilità del sacerdote, il significato e il modo del ministero

sacerdotale oggi; dall'altro lato - e questo oggi risalta più di prima - la

molteplicità dei carismi e il fatto che tutti insieme sono Chiesa, edificano la

Chiesa e per questo dobbiamo impegnarci nel risvegliare i carismi, dobbiamo

curare questo vivo insieme che poi sostiene anche il sacerdote. Egli sostiene

gli altri, gli altri sostengono lui, e soltanto in questo insieme complesso e

variegato la Chiesa può crescere oggi e verso il futuro.

Da una parte, ci sarà sempre bisogno del sacerdote che è completamente

dedito al Signore e perciò completamente dedito all'uomo. Nell'Antico Te-

stamento c'è la chiamata alla santificazione che più o meno corrisponde a

quello che noi intendiamo con la consacrazione, anche con l'ordinazione sa-

cerdotale: c'è qualche cosa che viene consegnata a Dio e perciò viene tolta

dalla sfera del comune, data a Lui. Ma questo poi significa che ora è a

disposizione di tutti. Poiché è stata tolta e data a Dio, proprio per questo

ora non è isolata ma è stata sollevata nel « per », nel per tutti. Penso che

questo si possa dire anche del sacerdozio della Chiesa. Significa che, da un

lato, siamo consegnati al Signore, tolti dal comune, ma, dall'altro, siamo

consegnati a Lui perché in questo modo possiamo appartenergli totalmente

e totalmente appartenere agli altri. Penso che dovremmo continuamente