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700 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
702 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 703
704 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
706 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Acta Francisci Pp. 651
Vergognata dignità
Soffermiamoci su quella « vergognata dignità » di questo figlio prodigo e
prediletto. Se ci sforziamo, serenamente, di mantenere il cuore tra questi
due estremi - la dignità e la vergogna - senza tralasciare nessuno di essi,
forse possiamo percepire come batte il cuore di nostro Padre. Era un cuore
che batteva di ansia, quando tutti i giorni saliva sul terrazzo a guardare.
Cosa guardava? Se il figlio tornasse… Ma in questo punto, in questo posto
dove ci sono dignità e vergogna, possiamo percepire come batte il cuore
di nostro Padre. Possiamo immaginare che la misericordia ne sgorga come
sangue. Che Egli esce a cercarci - noi peccatori -, che ci attira a sé, ci
purifica e ci lancia nuovamente, rinnovati, verso tutte le periferie, a por-
tare misericordia a tutti. Il suo sangue è il Sangue di Cristo, sangue della
Nuova ed Eterna Alleanza di misericordia, versato per noi e per tutti in
remissione dei peccati. Questo sangue lo contempliamo mentre entra ed
esce dal suo Cuore, e dal cuore del Padre. È l'unico nostro tesoro, l'unica
cosa che abbiamo da offrire al mondo: il sangue che purifica e pacifica
tutto e tutti. Il sangue del Signore che perdona i peccati. Il sangue che è
vera bevanda, che risuscita e dà vita a ciò che è morto a causa del peccato.
Nella nostra preghiera, serena, che va dalla vergogna alla dignità e
dalla dignità alla vergogna - tutte e due insieme - chiediamo la grazia di
sentire tale misericordia come costitutiva di tutta la nostra vita; la grazia
di sentire come quel battito del cuore del Padre si unisca con il battito del
nostro. Non basta sentire la misericordia di Dio come un gesto che, occa-
sionalmente, Egli fa perdonandoci qualche grosso peccato, e per il resto ci
aggiustiamo da soli, autonomamente. Non basta.
Sant'Ignazio propone un'immagine cavalleresca propria della sua epoca,
ma poiché la lealtà tra amici è un valore perenne, può aiutarci. Egli afferma
che, per sentire « confusione e vergogna » per i nostri peccati (e non smettere
di sentire la misericordia) possiamo far uso di un esempio: immaginiamo
« un cavaliere che vada davanti al suo re e a tutta la sua corte, pieno di
vergogna e confuso per averlo molto offeso, dal momento che da parte del
re aveva in precedenza ricevuto molti doni e molte grazie ».7 Immaginiamo
quella scena. Tuttavia, seguendo la dinamica del figlio prodigo nella festa,
immaginiamo questo cavaliere come uno che, invece di essere svergognato
7 Esercizi Spirituali, 74.