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alla grande tradizione della Chiesa contro gli influssi esercitati dalla musica
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Congregatio pro Doctrina Fidei 407
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Congregatio pro Doctrina Fidei 409
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Congregatio pro Doctrina Fidei 411
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Congregatio pro Doctrina Fidei 413
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Congregatio pro Doctrina Fidei 415
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Congregatio pro Doctrina Fidei 417
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Congregatio pro Doctrina Fidei 419
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Congregatio de Causis Sanctorum 421
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Congregatio de Causis Sanctorum 423
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Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 425
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Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 427
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speranza. Quella di Aquileia divenne ben presto, nella Decima Regio dell'Im-
pero, una Comunità di martiri, di eroici testimoni della fede nel Risorto, seme
di altri discepoli e di altre comunità. La grandezza di Aquileia, allora, non fu
solo di essere la nona città dell'Impero e la quarta dell'Italia, ma anche quella
di essere una Chiesa viva, esemplare, capace di autentico annuncio evangeli-
co, coraggiosamente diffuso nelle regioni circostanti e per secoli conservato e
alimentato. Pertanto, io rendo omaggio a questa terra benedetta, irrorata dal
sangue e dal sacrificio di tanti testimoni, e prego i santi Martiri aquileiesi di
suscitare anche oggi nella Chiesa discepoli di Cristo coraggiosi e fedeli, votati
solo a Lui e perciò convinti e convincenti.
La libertà di culto concessa nel IV secolo al cristianesimo non fece altro
che estendere il raggio d'azione della Chiesa di Aquileia, allargandolo oltre i
naturali confini della Venetia et Histria fino alla Retia, al Norico, alle ampie
Regioni danubiane, alla Pannonia, alla Savia. Andò cosı̀ formandosi la pro-
vincia ecclesiastica metropolitana di Aquileia, a cui Vescovi di Chiese assai
lontane offrivano la loro obbedienza, ne accoglievano la professione di fede, si
stringevano ad essa nei vincoli indissolubili della comunione ecclesiale, litur-
gica, disciplinare e perfino architettonica. Aquileia era il cuore pulsante in
questa Regione, sotto la guida dotta ed intrepida di santi Pastori, che la
difesero contro il dilagare dell'arianesimo. Fra tutti, ricordo Cromazio
- sul quale già mi soffermai nella Catechesi del 5 dicembre 2007 -, Vescovo
premuroso ed operoso come Agostino ad Ippona, come Ambrogio a Milano,
« santissimo e dottissimo fra i Vescovi », come lo definı̀ Girolamo. Ciò che fece
grande la Chiesa che Cromazio amò e servı̀, fu la sua professione di fede in
Gesù Cristo vero Dio e vero uomo. Commentando il racconto evangelico della
donna che profuma dapprima i piedi, quindi il capo di Gesù, egli afferma: « I
piedi di Cristo indicano il mistero della sua incarnazione per cui si è degnato
di nascere da una vergine in questi ultimi tempi; il capo, al contrario indica la
gloria della sua divinità nella quale procede dal Padre prima di tutti i tempi...
Ciò significa che dobbiamo credere due cose di Cristo: che è Dio e che è uomo,
Dio generato dal Padre, uomo nato da una vergine... Non possiamo essere
salvati altrimenti, se non crediamo queste due cose di Cristo ».4
Cari fratelli, figli ed eredi della gloriosa Chiesa di Aquileia, oggi sono in
mezzo a voi per ammirare questa ricca e antica tradizione, ma soprattutto
per confermarvi nella fede profonda dei vostri Padri: in quest'ora della storia
4 Cromazio di Aquileia, Catechesi al popolo, Città Nuova, 1989, p. 93.