ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 11 luglio 2007 Al sig. Remeji Francis Kocheekaranveettil (Alleppey) » » » Al sig. Rosario Pennisi (Acireale) » » » Al sig. P.V. John Puthenpurakal (Al

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pensiero, che estendo volentieri a quanti sono collegati mediante la radio e la

televisione, specialmente alle comunità di clausura, alle persone anziane, a chi

sta negli ospedali, ai carcerati e a coloro che non potrò incontrare in questo

mio breve soggiorno napoletano. In una parola, saluto l'intera famiglia dei

credenti e tutti i cittadini di Napoli: sono in mezzo a voi, cari amici, per

spezzare con voi la Parola ed il Pane della Vita, ed il tempo brutto non ci

scoraggia, perché Napoli è sempre bella. Meditando sulle Letture bibliche di

questa domenica e pensando alla realtà di Napoli, sono rimasto colpito dal

fatto che oggi la Parola di Dio ha come tema principale la preghiera, anzi, « la

necessità di pregare sempre senza stancarsi », come dice il Vangelo.1 A prima

vista, questo potrebbe sembrare un messaggio non molto pertinente, non

realistico, poco incisivo rispetto ad una realtà sociale con tanti problemi come

la vostra. Ma, riflettendoci, si comprende che questa Parola contiene un

messaggio certamente controcorrente, destinato tuttavia ad illuminare in

profondità la coscienza di questa vostra Chiesa e di questa vostra Città. Lo

riassumerei cosı̀: la forza, che in silenzio e senza clamori cambia il mondo e lo

trasforma nel Regno di Dio, è la fede - ed espressione della fede è la pre-

ghiera. Quando la fede si colma d'amore per Dio, riconosciuto come Padre

buono e giusto, la preghiera si fa perseverante, insistente, diventa un gemito

dello spirito, un grido dell'anima che penetra il cuore di Dio. In tal modo la

preghiera diviene la più grande forza di trasformazione del mondo. Di fronte

a realtà sociali difficili e complesse, come sicuramente è anche la vostra,

occorre rafforzare la speranza, che si fonda sulla fede e si esprime in una

preghiera instancabile. È la preghiera a tenere accesa la fiaccola della fede.

Domanda Gesù, come abbiamo sentito alla fine del Vangelo: « Il Figlio del-

l'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terrà? ».2 È una domanda che ci fa

pensare. Quale sarà la nostra risposta a questo inquietante interrogativo?

Quest'oggi, vogliamo insieme ripetere con umile coraggio: Signore, la tua

venuta tra noi in questa celebrazione domenicale ci trova radunati con la

lampada della fede accesa. Noi crediamo e confidiamo in te! Accresci la nostra

fede! Le Letture bibliche che abbiamo ascoltato ci presentano alcuni modelli

a cui ispirarci in questa nostra professione di fede che è sempre anche pro-

fessione di speranza, perché la fede è speranza, apre la terra alla forza divina,

alla forza del bene. Sono le figure della vedova che incontriamo nella parabola

evangelica e quella di Mosè di cui parla il libro dell'Esodo. La vedova del

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1 Cfr Lc 18, 1. 2 Lc 18, 8.