ACTA BENEDICTI PP. XVI

 pensiero, che estendo volentieri a quanti sono collegati mediante la radio e la

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 11 luglio 2007 Al sig. Remeji Francis Kocheekaranveettil (Alleppey) » » » Al sig. Rosario Pennisi (Acireale) » » » Al sig. P.V. John Puthenpurakal (Al

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II

Ad delegatos Religionum qui Neapoli Conventui Internationali ad pacem fovendam

interfuerunt.*

Santità, Beatitudini, Illustri Autorità,

Rappresentanti delle Chiese e Comunità ecclesiali,

Gentili esponenti delle grandi Religioni mondiali,

colgo volentieri questa occasione per salutare le Personalità convenute qui

a Napoli per il XXI Meeting sul tema: « Per un mondo senza violenza -

Religioni e culture in dialogo ». Ciò che voi rappresentate esprime in un certo

senso i differenti mondi e patrimoni religiosi dell'umanità, a cui la Chiesa

cattolica guarda con sincero rispetto e cordiale attenzione. Una parola di

apprezzamento va al Signor Cardinale Crescenzio Sepe e all'Arcidiocesi di

Napoli che ospita questo Meeting e alla Comunità di Sant'Egidio che lavora

con dedizione per favorire il dialogo tra religioni e culture nello « spirito di

Assisi ».

L'odierno incontro ci riporta idealmente al 1986, quando il venerato mio

Predecessore Giovanni Paolo II invitò sul colle di San Francesco alti Rap-

presentanti religiosi a pregare per la pace, sottolineando in tale circostanza il

legame intrinseco che unisce un autentico atteggiamento religioso con la viva

sensibilità per questo fondamentale bene dell'umanità. Nel 2002, dopo i

drammatici eventi dell'11 settembre dell'anno precedente, lo stesso Giovanni

Paolo II riconvocò ad Assisi i leader religiosi, per chiedere a Dio di fermare le

gravi minacce che incombevano sull'umanità, specialmente a causa del ter-

rorismo.

Nel rispetto delle differenze delle varie religioni, tutti siamo chiamati a

lavorare per la pace e ad un impegno fattivo per promuovere la riconciliazio-

ne tra i popoli. È questo l'autentico « spirito di Assisi », che si oppone ad ogni

forma di violenza e all'abuso della religione quale pretesto per la violenza. Di

fronte a un mondo lacerato da conflitti, dove talora si giustifica la violenza in

nome di Dio, è importante ribadire che mai le religioni possono diventare

veicoli di odio; mai, invocando il nome di Dio, si può arrivare a giustificare il

male e la violenza. Al contrario, le religioni possono e devono offrire preziose

risorse per costruire un'umanità pacifica, perché parlano di pace al cuore

* Die 21 Octobris 2007.