spiritaliterque pueris, iuvenibus, operariis, senibus promovendis se addixit.
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Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Benedicto XVI
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custodi » delle Chiese che vi saranno affidate! Aiutate il Popolo di Dio, che
dovete precedere nel suo pellegrinaggio, a trovare la gioia nella fede e ad
imparare il discernimento degli spiriti: ad accogliere il bene e rifiutare il male,
a rimanere e diventare sempre di più, in virtù della speranza della fede,
persone che amano in comunione col Dio-Amore.
Incontriamo l'Arcangelo Gabriele soprattutto nel prezioso racconto del-
l'annuncio a Maria dell'incarnazione di Dio, come ce lo riferisce San Luca (1,
26-38). Gabriele è il messaggero dell'incarnazione di Dio. Egli bussa alla porta
di Maria e, per suo tramite, Dı̀o stesso chiede a Maria il suo « sı̀ » alla proposta
di diventare la Madre del Redentore: di dare la sua carne umana al Verbo
eterno di Dio, al Figlio di Dio. Ripetutamente il Signore bussa alle porte del
cuore umano. Nell'Apocalisse dice all'« angelo » della Chiesa di Laodicea e,
attraverso di lui, agli uomini di tutti i tempi: « Ecco, sto alla porta e busso.
Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con
lui ed egli con me » (3, 20). Il Signore sta alla porta - alla porta del mondo e
alla porta di ogni singolo cuore. Egli bussa per essere fatto entrare: l'incar-
nazione di Dio, il suo farsi carne deve continuare sino alla fine dei tempi.
Tutti devono essere riuniti in Cristo in un solo corpo: questo ci dicono i grandi
inni su Cristo nella Lettera agli Efesini e in quella ai Colossesi. Cristo bussa.
Anche oggi Egli ha bisogno di persone che, per cosı̀ dire, gli mettono a
disposizione la propria carne, che gli donano la materia del mondo e della
loro vita, servendo cosı̀ all'unificazione tra Dio e il mondo, alla riconciliazione
dell'universo. Cari amici, è vostro compito bussare in nome di Cristo ai cuori
degli uomini. Entrando voi stessi in unione con Cristo, potrete anche assu-
mere la funzione di Gabriele: portare la chiamata di Cristo agli uomini.
San Raffaele ci viene presentato soprattutto nel Libro di Tobia come
l'Angelo a cui è affidata la mansione di guarire. Quando Gesù invia i suoi
discepoli in missione, al compito dell'annuncio del Vangelo vien sempre col-
legato anche quello di guarire. Il buon Samaritano, accogliendo e guarendo la
persona ferita giacente al margine della strada, diventa senza parole un te-
stimone dell'amore di Dio. Quest'uomo ferito, bisognoso di essere guarito,
siamo tutti noi. Annunciare il Vangelo, significa già di per sé guarire, perché
l'uomo necessita soprattutto della verità e dell'amore. Dell'Arcangelo Raf-
faele si riferiscono nel Libro di Tobia due compiti emblematici di guarigione.
Egli guarisce la comunione disturbata tra uomo e donna. Guarisce il loro
amore. Scaccia i demoni che, sempre di nuovo, stracciano e distruggono il
loro amore. Purifica l'atmosfera tra i due e dona loro la capacità di accogliersi